Ponte Cadorna, il sindaco risponde:
“Spiace per la strumentalizzazione”
La chiusura del Ponte Cadorna per circa un anno ha generato grandi polemiche in città ma soprattutto nella scena politica. Il sindaco di Crema Fabio Bergamaschi ha così scelto di replicare per fare chiarezza ed evitare la strumentalizzazione del problema.
“Leggo con qualche dispiacere il dibattito pubblico che è conseguito alla comunicazione dell’Assessore ai Lavori Pubblici in merito alle tempistiche e alle modalità di intervento sul Ponte di Via Cadorna. Dispiacere e sorpresa nell’apprendere il tentativo di taluni oppositori politici di giocare il carico sulle comprensibili preoccupazioni dei concittadini, soprattutto residenti nei quartieri di San Bernardino e Castelnuovo, e di strumentalizzare un tema tanto importante come la sicurezza e l’incolumità delle persone. Peraltro a fronte di un tema sul quale due Amministrazioni (la presente e la precedente) hanno sempre agito con uno scopo preciso, palese e dichiarato: garantire la sicurezza dei cremaschi con il minor disagio tecnicamente possibile alla vita quotidiana delle persone.
Ma sono sentimenti che, detto in piena coscienza, non scalfiscono la certezza in merito alla coerenza e alla correttezza dell’iter compiuto, nonché del rigore logico seguito nella definizione di questo intervento, tanto complesso, quanto necessario, che vede in primo luogo impegnati sin dall’origine, insieme ai tecnici comunali, professionisti esperti e qualificati, alle cui valutazioni non credo sia proprio possibile opporre considerazioni superficiali, semplici desideri (pur comprensibili e condivisibili) o, peggio, vere e proprie mistificazioni della realtà. E’ proprio il tentativo di taluni consiglieri comunali di rovesciare la realtà dei fatti, trasformando il merito di essersi preoccupati di verificare lo stato di salute di un ponte dopo la tragedia del Morandi in una colpa per i disagi che necessariamente conseguono all’obbligo morale e normativo della sua messa in sicurezza, che più mi colpisce. Ma con la convinzione che, in fondo, la ragionevolezza abbia sempre la meglio. E mi preme quindi concentrarmi, più che sulle strumentalizzazioni, sulle preoccupazioni dei cittadini, che sono le nostre stesse preoccupazioni. Non potrebbe essere diversamente. E allora voglio fare chiarezza. Estrema chiarezza. E per farla credo che non ci sia nulla di meglio che ripercorrere schematicamente i punti chiave di questa vicenda, nuovamente e una volta per tutte”.
Il sindaco ha poi elencato le diverse aree di intervento.
Sicurezza: è il tema di fondo. Ogni azione impostata dai tecnici cui aderisce l’Amministrazione Comunale è volta primariamente a garantirla. Il ponte è monitorato h24 tramite sensori. Ad oggi non ci sono indicazioni di pericolo imminente, ma il grave ammaloramento riscontrato in diversi elementi del manufatto non esclude, per questo, la necessità di intervento. Il ponte non si può lasciare così, per legge, per opportunità e soprattutto per coscienza.
Modalità di intervento: Quindi, come intervenire? E’ stata valutata anche la possibilità di abbatterlo per realizzarne uno ex novo? Si, eccome. E’ stata anche l’opzione che il Comune ha astrattamente vagliato come prioritaria in un certo momento. Ma non è possibile. Perché? Andiamo per gradi con i prossimi punti.
Vincolo di tutela: il ponte è vincolato ai sensi del d.lgs. 42/2004 (il cosiddetto vincolo della Soprintendenza ai sensi del Codice dei Beni Culturali). Piaccia o non piaccia, è un dato di fatto. E per questo la Soprintendenza si deve esprimere in modo prescrittivo in merito alle modalità di intervento. Abbiamo proposto di valutare laicamente ogni opzione, inclusa appunto la demolizione ed il rifacimento integrale del ponte, ma la posizione sempre espressa in ogni incontro dalla Soprintendenza è stata di conservazione del manufatto esistente. Bisogna intervenire con un “taglia e cuci” puntuale di varie travi del ponte. E’ così, dobbiamo prenderne atto.
Tempi di realizzazione: si stimano in 12 mesi. Ci viene tecnicamente indicato che in ogni caso un eventuale abbattimento e la ricostruzione di un nuovo manufatto non durerebbe assolutamente di meno e non causerebbe, pertanto, meno disagi alla cittadinanza. In effetti non vi è nemmeno lo spazio fisico per costruire un nuovo ponte a fianco dell’attuale.
Costi: l’eventuale abbattimento e la sua ricostruzione costerebbe circa il doppio. E’ stato fatto stimare.
Interferenze con il traffico cittadino: il cantiere partirà solo una volta ultimato l’intervento che la Provincia di Cremona sta svolgendo sulla tangenziale di Crema, causando già di per sé notevole disagio alla circolazione. E si farà tutto il possibile affinché l’intervento di via Cadorna possa partire in concomitanza con l’apertura del sottopasso di Santa Maria (RFI ci ha comunicato la fine lavori a settembre 2024), o comunque conciliarsi con questa.
Chiusura del ponte in fase di cantiere: è una necessità tecnica, per ragioni di sicurezza del cantiere e perché sarebbe proprio impossibile fare diversamente, essendo il ponte oggetto della rimozione e sostituzione di elementi necessari alla transitabilità veicolare.
“Nei prossimi mesi – chiude Bergamaschi – in avvicinamento all’avvio del cantiere e quando disporremo di elementi di maggiore dettaglio (a partire dall’individuazione dell’impresa che sarà chiamata a svolgere questo delicato intervento) andremo nei quartieri di San Bernardino e di Castelnuovo per incontrare le persone, per spiegare nuovamente e ancor meglio, per ascoltare le preoccupazioni e per immaginare ogni possibile soluzione volta a mitigare i disagi. Disagi che ci saranno e che non saranno banali. Ma è un destino che non ci siamo scelti. E il destino va comunque affrontato. E, quando non ci piace, va superato. Definitivamente”.