Cronaca

Assegno di inclusione, alle Acli
provinciali finora 170 domande

Sostegno alle famiglie in difficoltà, è scattata l’ora X per le domande di accesso all’assegno di inclusione, lo strumento di contrasto alla povertà che dal 1° gennaio ha sostituito il Reddito di Cittadinanza, insieme al Supporto per la formazione e il lavoro.

In provincia di Cremona il patronato delle Acli nelle sue varie sedi ha finora inviato all’Inps 170 Patti di attivazione digitale per altrettante famiglie, e questo è  il primo passo per poter accedere al sussidio. La stragrande maggioranza delle richieste proviene dal capoluogo – 118 le domande gestite – con un vero e proprio boom di appuntamenti presso il patronato nei giorni prima di Natale, con una ventina di persone al giorno. Dal primo dell’anno, come spiega il direttore del servizio Giambattista Ziletti, la gestione degli appuntamenti è più fluida, con 5, 6 nuclei famigliari al giorno, spesso in concomitanza con il rinnovo dell’Isee presso il Caf.

Per fare un paragone con il reddito di cittadinanza, sempre in casa Acli, i numeri dell’assegno di inclusione sono ancora molto lontani: 300 richieste per il primo contro le attuali 170 del secondo, tenendo presente che circa il 90 percento di chi percepiva il reddito abolito dal governo Meloni può ora accedere alla nuova misura di sostegno. Quindi, partenza un po’ a rilento.

Il beneficio è destinato a nuclei famigliari con al loro interno almeno una persona minorenne, con più di 60 anni, con disabilità o seguita dai servizi socio sanitari in quanto in situazione di grave svantaggio sociale. A differenza del reddito di cittadinanza, i controlli vengono fatti ex ante, dunque una volta che la domanda arriva all’Inps, scattano le verifiche. L’importo massimo è di 500 euro al mese, 6mila l’anno e chi ha attivato la domanda entro il 7 gennaio riceverà il primo assegno già dal 26 di questo stesso mese.

Per quanto riguarda il citato Supporto per la formazione e il lavoro, l’Inps ha da poco pubblicato sul proprio sito le indicazioni operative per la gestione dei percorsi formativi o di altre iniziative di politica attiva del lavoro. Questa indennità (350 euro mensili, per un massimo di 12 mesi) viene riconosciuta solo a seguito dell’effettiva partecipazione del beneficiario a un’iniziativa di politica attiva che può riguardare: orientamento specialistico; accompagnamento al lavoro; attivazione del tirocinio; incontro tra domanda e offerta; avviamento a formazione; sostegno alla mobilità territoriale; lavori socialmente utili e progetti di utilità collettiva; supporto all’autoimpiego; servizio civile universale. gbiagi

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