Scuole

Crema, undici nuovi infermieri
laureati: "Pronti a prenderci cura"

La corona d’alloro sul capo è un’emozione ancora viva per gli 11 neolaureati in infermieristica all’università statale di Milano della sede di Crema. Avvenute lo scorso 22 novembre a Milano, la discussione della tesi e la proclamazione sono per Benedetta Chiara Avogadri, Giorgia Bona, Martina Briaschi, Joel Oscar Cossio Cadima, Arianna De Sario, Federica Ferrari, Chiara Galli, Gioele Medaglia, Francesca Racaniello, Francesca Riboni, Eliseo Rivoltella.

Diversi gli argomenti trattati nelle tesi. Avogadri, che ha ottenuto la votazione di 110/110, ha condotto uno studio osservazionale sul delirium nelle Rsa. Giorgia Bona, uscita con 110 e lode, si è occupata di accessi vascolari femorali negli interventi cardiologici percutanei, realizzando uno studio retrospettivo sulle complicanze correlate. Martina Briaschi, invece, ha scelto di valutare l’efficacia di un intervento educativo riguardante il primo soccorso nella scuola primaria e secondaria di primo grado. Mentre Joel Oscar Cossio Cadima si è dedicato alla SELF-EFFICACY degli studenti in infermieristica nella gestione delle lesioni da pressione. Arianna De Sario ha indagato il “peso” nei caregiver di persone con diagnosi oncologica. Federica Ferrari ha valutato l’applicazione della scala Mews in medicina e neurologia.

E ancora, Chiara Galli, che ha conseguito il titolo con lode, ha realizzato uno studio osservazionale multicentrico sul nursing transculturale. Gioele Medaglia ha indagato le conoscenze degli studenti delle scuole superiori di Crema sull’infezione da Hpv. Francesca Racaniello, invece, approfondisce le conoscenze dei professionisti, medici e infermieri, sulle cure palliative. Francesca Riboni ha dedicato la sua attenzione alla qualità dell’assistenza infermieristica percepita dai pazienti oncologici. Infine, Eliseo Rivoltella ha valutato l’attitudine degli studenti di infermieristica nell’assistenza alla persona morente.
Gli studenti – preliminarmente alla discussione dell’elaborato di tesi – hanno sostenuto lo scorso 6 novembre un esame finalizzato a verificare la loro competenza professionale, consolidata non solo in aula ma anche in corsia. Infatti il tirocinio clinico che hanno effettuato non solo all’ASST di Crema, ma anche a quella di Bergamo Ovest, all’IRCCS Cardiologico Monzino, le fondazioni: Benefattori Cremaschi , Anni Sereni di Treviglio, Coniugi Preyer di Casalmorano, Ospedale dei Poveri di Pandino, Soncino Onlus, Vezzoli di Romanengo e Caimi di Vailate, ha consentito loro superare brillantemente la prova.

Come spiega Martina Briaschi la quale, insieme ai colleghi Giorgia Bona, Federica Ferrari e Francesca Riboni, sarà presto al lavoro in Asst Crema: “La fine del percorso di studi apre le porte ad un nuovo percorso per fare del bene, per stare accanto alla malattia, alle persone che soffrono”. Non solo fredde nozioni dunque: “La nostra missione è prendersi cura”. E la cura passa anche dal tentativo di costruire una cultura, di fare prevenzione. O meglio educazione. “Nel mio elaborato di tesi – spiega Briaschi – mi sono occupata di valutare l’efficacia di un intervento educativo riguardante il primo soccorso nella scuola primaria e secondaria di primo grado. In secondo luogo, ho voluto sondare le conoscenze della popolazione sulla figura infermieristica. È emerso che tre quarti degli intervistati non sa in cosa consiste la nostra professione – afferma – Non sa che quella infermieristica è una professione che richiede uno sguardo globale e la capacità di costruire reti per assicurare una presa in carico complessiva. Questo aspetto si è reso ancora più evidente, a seguito della più recente riforma regionale, che ha rafforzato il ruolo degli infermieri in ambito territoriale.”

“Dopo la laurea – continua Briaschi – Ho scelto di venire a lavorare a Crema. Da giovani si è portati a puntare in alto, ad andarsene, magari all’estero, dove i contratti proposti per i nostri profili professionali sono diversi. Ma io sono cremasca e, nel mio piccolo, voglio provare a continuare qui. Patriottismo? Forse, ma sento di essere nel posto giusto per prendermi cura del prossimo”. Sulla stessa linea d’onda la collega Riboni: “In questa nuova avventura porto con me l’entusiasmo e la speranza che le nuove leve possano dare un contributo attivo alla cura dei pazienti e, nel complesso, a migliorare la situazione. Serve innovazione, manca ad oggi una cultura consolidata del valore della nostra professione. Si sta costruendo, lentamente, ma la strada da fare è ancora tanta. Comunque noi ci siamo, ben consapevoli di quanto la cura sia connubio tra tecnica e relazione. Anche il legame e la comunicazione sono cura”.

Nella presa in carico “Non può essere lasciata indietro la famiglia e il caregiver”. La voce è quella di Federica Ferrari, per la quale “Assistenza è sguardo globale ai bisogni della persona”. Prossima all’impegno in Asst Crema intende “Continuare ad aggiornarsi e applicare concretamente le tante nozioni apprese”. Anche per Giorgia Bona l’impiego in Asst Crema è un’opportunità “Per prendersi cura del prossimo nel territorio in cui sono cresciuta”. A tutti loro dal direttore del corso di laurea nella sede di Crema, Laura Milani e dallo staff, sono giunti gli auguri per un futuro ricco di soddisfazioni. “Un doveroso ringraziamento anche ai relatori che li hanno accompagnati in questo ultimo step” chiude Milani.

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