Cronaca

Alla CRA la cura passa
dalla quotidianità condivisa

Comunità ad alta assistenza. Dove riabilitazione è condivisione: “aiutiamo le persone a (ri) scoprire abilità. Una panchina rossa per dire no alla violenza e sì all’amore (anche per se stessi)”

“Comunità è condivisione, quotidianità, attenzione ad ogni singolo gesto per ricostruire. Per ripartire insieme, forti di percorsi condivisi e cuciti a misura”. E’ questa l’essenza della Cra (Comunità riabilitativa ad alta assistenza di Asst Crema) dedicata a persone con disagio psichico e finalizzata ad un rapido reinserimento nel contesto sociale. “La condivisione della quotidianità è terapeutica, aiuta a coltivare risorse residue e a valorizzare le persone per le loro abilità”.

In questo contesto è stata collocata la più recente attività di verniciatura della panchina rossa, inaugurata nei giorni scorsi, per dire NO alla violenza sulle donne. “Molto più di una semplice attività artistica, l’occasione per coinvolgere sia gli ospiti della Cra, sia gli utenti del centro diurno in un percorso di riflessione e consapevolezza” spiega il tecnico della riabilitazione psichiatrica Valentina Monastra. “Prima abbiamo riflettuto sulle sensazioni, le emozioni e i sentimenti”. Diversi, contrastanti, unici. “C’è chi ha reagito con entusiasmo, chi ha palesato ansia e timore: tutti hanno dato libero sfogo alle sensazioni attraverso parole, disegni, raccolte in un libretto consultabile online”. Poi ha preso il via la fase artistica. “L’arteterapia porta alla luce vissuti e sentimenti che spesso faticano ad arrivare alla verbalizzazione spontanea, favorendo l’impegno di coordinazione mente e corpo nei movimenti e nei gesti finalizzati”. Sulla panchina spiccano mani bianche. “E’ il segno del loro impegno, simbolo di protagonismo, ma anche il loro desiderio di essere accolti con cura, con amore, come recita una targa apposta sulla panchina stessa”. Tutti hanno potuto esprimersi, sperimentando l’arte, o più semplicemente l’esperienza del fare.

Alla Cra, si parte da qui. Dal desiderio di riappropriarsi della propria vita, vivendo e condividendo ogni attimo. Perché c’è vita in ogni attimo vissuto insieme, giorno dopo giorno. “L’esperienza del gruppo è fondamentale, ma lo è anche rispettare l’individualità di ciascuno nel percorso riabilitativo”. Nella quotidianità della vita in comunità si alternano uscite esterne, impegni personali ad attività strutturate in comune. Dal progetto dedicato alla cucina e finalizzato a promuovere momenti di socializzazione, oltre che al consolidamento di abilità motorie, pratiche e cognitive , al laboratorio di espressione corporea, l’occasione per sperimentare una nuova consapevolezza di sé. “E poi c’è il desiderio di relazionarsi con le realtà del territorio. Qui plasmiamo l’inclusione”.

La Comunità oggi conta 8 posti letto per un totale di 16 operatori tra coordinatore infermieristico, oss, infermieri, educatori e tecnici della riabilitazione psichiatrica. “Ci siamo” chiosa la coordinatrice Emanuela Schiavini “per stare accanto alle persone con fragilità. Possiamo occuparci con cura di loro, solo perché siamo un gruppo unito, insieme ci crediamo fermamente: basta cambiare prospettiva ed aiutare ciascuna delle persone che accogliamo a riscoprirsi. Per generare nuova consapevolezza”.

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