Al Santa Marta la visita
dell’assessore Bertolaso
L’incontro con il personale sanitario e gli utenti: “un lavoro prezioso per i giovani, un modello da replicare per la presa in carico delle fragilità”
“Un modello riabilitativo da replicare in altre realtà e a vantaggio di persone con diverse fragilità”. Questa, in estrema sintesi, la conclusione dell’assessore al welfare di regione Lombardia Guido Bertolaso, giunto in visita questa mattina nell’unità operativa di riabilitazione delle dipendenze di Asst Crema all’ospedale Santa Marta di Rivolta d’Adda.
Una mattinata intensa, ricca di storie e confronti con gli utenti coinvolti nel percorso di riabilitazione e con il personale sanitario. Ad accogliere l’assessore, oltre al direttore generale, Ida Ramponi, al direttore socio sanitario Diego Maltagliati e al direttore sanitario Roberto Sfogliarini, anche il direttore di dipartimento Giuseppe La Piana, il direttore dell’unità operativa Paolo Marzorati ed il sindaco di Rivolta d’Adda Giovanni Sgroi.
“Siamo felici – ha esordito Marzorati – di poterla accogliere nella nostra realtà, che si fa forte di poter proporre un percorso terapeutico, dove, oltre alla parte clinica, assume particolare rilevanza la componente sociale. Del resto ci occupiamo di presa in carico delle dipendenze nella loro globalità, una delle problematiche sociali più attuali soprattutto nella popolazione giovane. Attraverso vari percorsi strutturati aiutiamo le persone a comprendere che si può vivere una vita senza sostanze. Gioca un ruolo centrale la relazione ed il lavoro in gruppo ha, per noi, sempre una finalità terapeutica. La riabilitazione viene qui concepita come l’occasione per ricostruire una dimensione interna, accettando le fragilità”.
Accanto alle prestazioni ambulatoriali, in alcuni casi “viene previsto il ricovero in reparto, di norma della durata di 30 giorni. Durante questo tempo si costruiscono solide basi relazionali per valutare insieme agli utenti il percorso più adeguato. Le situazioni più gravi vengono poi gestite da comunità terapeutiche, mentre le persone più motivate e appartenenti alla fascia più giovane vengono accolte negli appartamenti, vere e proprie case dove le persone possono acquisire o consolidare autonomie, trovare un lavoro e vivere una dimensione di condivisione per trovare o ritrovare la propria indipendenza”.
L’intenzione, in futuro, è quella di “rivolgersi anche alla minor età, anche dando vita a nuove forme di collaborazione con altre istituzioni , ben consapevoli di quanto ad oggi i problemi dei ragazzi siano connessi al consumo di alcool e droghe. Dobbiamo agire, è elevato il rischio di perdere una generazione”.
Ad oggi l’unità operativa, che conta sull’apporto di un’equipe multidisciplinare composta da medici, infermieri, educatori, psicologi, riceve circa 400 richieste di nuove prime visite l’anno. In reparto si contano 15 posti letto.“La presa in carico integrata, quando si tratta di fragilità, è e deve essere la prassi”.
Dopo un breve momento di confronto con gli utenti, l’assessore ha visitato anche la struttura degli appartamenti di proprietà di Asst Crema, dove viene proposta un’esperienza di co housing con diversi livelli di indipendenza. “Una casa vera e propria, da vivere e condividere sotto la supervisione dell’equipe, per plasmare insieme una nuova occasione di vita”. Spazio alle regole, al desiderio di mettersi in gioco e soprattutto ai sogni da coltivare insieme. Perché – lo diciamo con le parole dell’educatore Damiano – la relazione è cura. E la condivisione è terapeutica”. Oltre il giudizio, oltre la paura, oltre la fatica. All’assessore sono giunti i ringraziamenti dell’Asst per l’attenzione dedicata.