Cronaca

Precariato, Cisl: "In provincia
di Cremona situazione critica"

Uno dei dati più allarmanti riguarda l'alta precarietà lavorativa dei giovani

Sono stati pubblicati i dati dell’Osservatorio sul precariato dell’Inps del I trimestre 2023.  Dall’analisi dello studio della Cisl traspare una situazione critica sul versante dei livelli di precariato nella nostra provincia, maggiore di quella riscontrata a livello lombardo.

Infatti, se nel complesso le assunzioni sono state pari a 20.809, quelle con contratto a tempo indeterminato sono state 3.880, pari al 19%, mentre a livello lombardo la percentuale è stata del 22%. Tuttavia, il dato del 2023, confrontato con il 2022, mostra un piccolo miglioramento: 20.740 le assunzioni totali, di cui a tempo indeterminato 3.794, pari al 18%. Quindi, anche se di poco, un leggero miglioramento è avvenuto, ma resta comunque bassa la percentuale di assunzioni con un contratto stabile.

Le assunzioni a tempo indeterminato, suddivise per età, si differenziano: il 57% è concentrato nella fascia d’età 30-50 anni, pari a 2.213; il 23% fino a 29 anni, pari a 881 assunzioni; il 20% over 51 pari a 786.

I contratti in apprendistato sono stati 753, pari al 4% del totale delle assunzioni. I contratti in apprendistato suddivisi per età: il 96% è concentrato nella fascia d’età da 30-50, pari a 725; il 4% fino a 29 anni, pari a 28 assunzioni.

Considerando i contratti a tempo indeterminato e quelli in apprendistato, la percentuale dei contratti stabili ammonta al 22% contro i 26% della media lombarda.

Il totale delle nuove assunzioni con contratti a termine ammonta a 16.929, che rappresenta l’82% del totale delle nuove assunzioni. I contratti a termine sono così suddivisi: i contratti a tempo determinato sono 7.226 (35%); contratti in somministrazione 6.975 (34%); i contratti stagionali sono 694 (3%); i contratti intermittenti sono ammontati a 1.281 (6%) sul totale dei contratti di assunzione.

La Cisl fornisce anche una suddivisione in base all’età delle assunzioni con contratti a termine : il 47% delle  assunzioni a tempo determinato, suddivise per età, è concentrato nella fascia d’età 30-50, pari a 3.435 unità; il 35% fino a 29 anni, pari a 2.519 assunzioni; il 18% riguarda gli over 51, pari a 1.663 persone.

Le assunzioni stagionali rapportate all’età: il 27% sono over 51 anni; il 39%  fra 30 e 50 anni; la restante quota fino a 29 anni.

Le assunzioni in somministrazione suddivise per età: 47% tra  30 e 50 anni; 41% fino a 29 anni; 13% over 51 anni.

Le assunzioni con contratti intermittenti scomposte per età: 58%  fino a 29 anni; 26% da 30 a 50 anni;  16% per gli over 51 anni.

Un dato molto importante – specifica la Cisl –  è quello relativo alle assunzioni dei giovani: dei 7.936 neo assunti, dato che rappresenta il 38% del totale delle assunzioni,  ben 6.330 hanno avuto contratti a termine. Questo significa che l’80% dei giovani è in condizioni di precarietà occupazionale. Dato peggiore di quello lombardo, che si attesta al 75%.

Il restante quadro delle assunzioni vede il 46% nella fascia 30-50 anni, mentre tra gli over 50 abbiamo il 15% delle assunzioni.

Dino Perboni

“La Cisl – afferma Dino Perboni, segretario generale Cisl Asse del Po –  ha già posto il tema del precariato al Governo, indicando soluzioni da porre in campo: ridurre stabilmente il cuneo fiscale sul lavoro a tempo indeterminato; consolidare gli incentivi alle assunzioni degli under 29; ripristinare le restrizioni sui voucher, visto l’ampia gamma di contratti flessibili a disposizione per le assunzioni; rafforzare l’intera filiera dell’istruzione, dalle scuole all’istruzione universitaria; attivare le politiche attive con il Programma GOL; contrastare i contratti di lavoro discontinui; incentivare le aziende che contrattano la conciliazione vita professionale-vita privata; migliorare le condizioni di lavoro nei settori labour intensive; maggiore partecipazione dei lavoratori alla governance aziendale.

“Le risorse del PNRR – è la conclusione – debbono essere utilizzate per un quadro di politiche generali di promozione dell’innovazione e della persona, in una parola di politiche di sviluppo economico e occupazionale stabile per giovani e donne. Tale strumento è un volano di crescita per il territorio cremonese e di prospettiva per i giovani”.

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