Quando la Ryder Cup italiana
passò anche da Crema...
La Ryder Cup - che a Roma e in Italia ha portato tra l'altro un discreto indotto economico e di turismo, mettendo in campo di 12 migliori golfisti europei e i 12 migliori golfisti statunitensi in una sfida che si ripete dal 1927 a cadenza biennale - abbia mosso i primi passi anche a Crema… GUARDA IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1
E’ stato l’evento sportivo dell’ultimo weekend, al “Marco Simone” di Roma, uno dei principali a livello mediatico nel mondo, paragonabile addirittura al Super Bowl. Parliamo della Ryder Cup, la sfida Stati Uniti-Europa di golf, che proprio in questo weekend l’Italia ha avuto l’onore di ospitare (per la cronaca, dopo cinque edizioni è tornata a vincere l’Europa). Quello che non tutti sanno, forse, è che la Ryder Cup nasce da lontano e questa edizione, affidata alle mani di uno sportivo come Gian Paolo Montali, è passata ai suoi albori, quando ancora era in embrione, pure dal Golf Club di Crema.
Era l’11 ottobre 2018, all’epoca non si parlava ancora di Covid e infatti la Ryder Cup era prevista per il 2022 e non per il 2023. E Crema venne premiata, con la presenza sul territorio anche di Montali, perché organizzò in quel weekend di ottobre una gara Open molto particolare, riservata a golfisti con disabilità.
Già all’epoca Montali spiegava che la Ryder Cup non doveva fermarsi soltanto all’evento in sè, ma avrebbe dovuto garantire anche una crescita del golf in Italia: “Porteremo – aveva detto Montali – ben 97 tornei su tutto il territorio nazionale”. Era il momento di maggiore forma di Francesco Molinari, che aveva conquistato nel luglio precedente – primo italiano della storia – un British Open.
L’evento di Crema, sponsorizzato dalla Sanofi Genzyme, non era peraltro stato calato dal cielo: si trattava infatti del 18esimo torneo Italiano Open per disabili, una manifestazione dunque in continuità, che quel weekend premiò Crema e il suo Golf Club Resort per la grande attenzione sempre dimostrata verso questo sport e verso l’inclusività.
Insomma, senza estremizzare il concetto, si può dire che la Ryder Cup – che a Roma e in Italia ha portato tra l’altro un discreto indotto economico e di turismo, mettendo in campo di 12 migliori golfisti europei e i 12 migliori golfisti statunitensi in una sfida che si ripete dal 1927 a cadenza biennale – abbia mosso i primi passi anche a Crema…
G.G.