Cronaca

Asst Crema, 5 elettrocardiografi
portatili alla cardiologia

Asst Crema. Cinque elettrocardiografi portatili alla cardiologia: è il dono di Pfizer

“Un contributo attivo per migliorare la qualità della diagnostica aritmologica domiciliare”. Così il direttore dell’unità operativa di cardiologia di Asst Crema, Michele Cacucci, ha accolto la donazione di cinque elettrocardiografi portatili da parte di Pfizer. La strumentazione, del valore complessivo di 992,48 euro, “offre la possibilità di monitorare pazienti al domicilio per un periodo più lungo rispetto ai tradizionali holter cardiaci”. Risulta particolarmente utile nella diagnosi e nel follow up di pazienti con fibrillazione atriale, “una patologia in aumento soprattutto tra gli over 75. Nel Cremasco in pronto soccorso accogliamo circa 700 persone l’anno con questa diagnosi”.

Al paziente verrà richiesto di scaricare un’app sul proprio smartphone al fine di rendere possibile il monitoraggio e di comunicare eventuali malesseri in tempo reale al cardiologo. “Questa strumentazione ci consente di creare un contatto costante con i pazienti, attraverso una postazione appositamente creata in reparto e deputata al monitoraggio ”. Ringrazìamenti sono giunti anche dal direttore generale Ida Ramponi per la quale “la compliance del paziente è fondamentale per la buona riuscita di un percorso di cura”.

Per Giovanni Convertini, health solutions partner di Pfizer, gli elettrocardiografi donati sono “una strumentazione innovativa di cui spesso gli ospedali pubblici non dispongono. Abbiamo scelto di fare questo dono all’ospedale di Crema perché dispone di un’elettrofisiologia all’avanguardia ed è in grado di interpretare al meglio i dati forniti per una presa in carico personalizzata”. Tante potranno essere le applicazioni di questi strumenti: “intanto, consentendo un monitoraggio più lungo permette di diagnosticare anche i pazienti più sfuggenti. Non solo, potranno essere impiegati nel corso di open day per un’attività di prevenzione ed infine consentiranno una buona collaborazione con la medicina di territorio”.

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