Politica

Beretta torna su Finalpia,
per il consigliere “un mistero”

Il consigliere comunale Simone Beretta, tramite un comunicato, è tornato ad affrontare il tema Finalpia

Il consigliere comunale Simone Beretta, tramite un comunicato, è tornato ad affrontare il tema Finalpia

“Diversi anni fa hanno scelto di alienare il patrimonio di Finalpia. PD in testa. Quando non si sa. Come non è dato sapere con quali modalità di trasparenza considerato che ad oggi si ha la stessa impressione di ieri e cioè che tutto naviga ancora n mari agitati. Tranne forse per i membri del CDA della Fondazione Opera Pia Climatica Cremasca e per il sindaco che non potrà mai giurare di non conoscere quello che ad altri non è dato sapere, addirittura è negato.

Chi pensa di avere “la” soluzione a portata di mano continua a tacere con un’omertà politica stopposa ed infantile. Non è che sia passato un giorno, una settimana, un mese od un anno. Sono passati anni e si continua ad essere come su un “calcinculo” dove ogni tanto nel tentativo di acciuffare l’obiettivo ci si lancia invano nello spazio. Convenzioni tenute nascoste alla città. Non è dato conoscere di quella sottoscritta dall’ex Presidente, tanto meno di quella sottoscritta dall’attuale Presidente che appena insediato considerò quella del suo predecessore una “patacca” non in grado di soddisfare gli interessi pubblici della proprietà.

Non è data di conoscere neppure l’attuale convenzione e quindi non sono noti quali accordi tra le parti siano stati sottoscritti. L’eventuale vendita, potrà essere superata naturalmente passando da un contratto commerciale d’affitto di 6 anni più 6 alla vendita dell’immobile senza che l’attuale gestore venga risarcito con una congrua buonuscita? Se tanto mi dà tanto credo proprio di no tranne aver a che fare con imprenditori un farlocchi. Tutto ciò era previsto e regolato dalla convenzione sottoscritta compresa una buonuscita dell’attuale gestore? Se così fosse con quali modalità e a carico di chi riceverà l’eventuale “risarcimento”? Perché, infatti, l’attuale gestore dovrebbe andarsene se la sua gestione risulta essere redditizia? Lo è? Perché dovrebbe lasciare se rispetta i pagamenti concordati? Perché non dovrebbe farsi remunerare il rischio d’impresa messo in campo?

Nel frattempo non è dato sapere con certezza se Hima ha presentato gli ultimi bilanci e se non li avesse presentati è conosciuta la ragione ultima del perché non sono stati presentati? Se così fosse si può stare tranquilli? Nel frattempo ogni giorno che passa il patrimonio rischia di uscirne depauperato e venderlo al di sotto del valore di stima di oltre 10.000.000 di euro a suo tempo rilevato, spero attraverso una perizia giurata, risulterebbe inaccettabile. Per fortuna un CDA di facoltosi imprenditori e professionisti non dovrebbe avere difficoltà a risarcire di tasca propria la diffenza tra il valore di stima e l’eventuale vendita al ribasso.
Una alienazione che se portata a termine secondo me dovrà passare da una gara aperta e trasparente per non lasciare sul campo dubbi e incomprensioni. Non è perché si è una Fondazione che le regole di trasparenza applicate con rigidità agli Enti locali si annullano per loro. Anzi!!!

Possibile che dopo quasi due anni dall’insediamento dell’attuale CDA non sia dato di conoscere come intendano raggiungere l’obiettivo che si sono dati. Perché ad esempio se l’obiettivo è sempre stato quello di vendere si è passati a fasi intermedie di affitto con tutte le conseguenze del caso? Perché non si è fatta un’offerta vincente per tenersi la spiaggia che avrebbe rappresentato un valore aggiunto per l’immobile in questione? Perché?
Quando si amministra un bene pubblico si deve gioca a carte scoperte mentre a volte l’impressione è che la prua della loro barca insista a puntare verso il mare aperto per tenere colpevolmente lontani dall’orizzonte del discernimento generale i cittadini e l’opinione pubblica. Che brutto modo di operare. Troppa arroganza non porta buoni frutti.
A volte, si fa per dire, ci si sente presi in giro dalla pervicacia con la quale si tiene nascosta alla città il divenire degli eventi. Ma questa e il territorio hanno il diritto di conoscere. La sinistra ha sempre predicato che un bene pubblico non si aliena con criteri da affare privato riservandolo alle decisioni di pochi ed in questo caso purtroppo di parte.
Predicare bene e razzolare male è ciò che però distingue sempre più una sinistra priva di bussola. L’avv. De Blaw ha lasciato il CDA perché il dado sarebbe tratto e la sua presenza era oramai irrilevante. Se non fosse che il sindaco ha dovuto correre ai ripari per sostituirlo e quindi non era poi così irrilevante come vorrebbero farci credere.

La libertà di ciascuno a dimettersi è sacrosanta, tanto quella di altri che dubitano quando le motivazioni addotte appaiono politicamente e amministrativamente poco razionali.
La libertà di pensare e di esprimersi non può essere negata a nessuno.
È altrettanto lecito fare congetture rispetto all’azione di chi avrebbe ed ha il dovere della trasparenza ma continua a nascondere alla città gli atti con i quali nell’ultimo decennio hanno governato il futuro dell’immobile di Finalpia. Tra poco saranno due anni che si è insediato l’attuale consiglio di amministrazione dell’Opera Pia Climatica Cremasca Onlus.
Un insediamento con tanto di fanfara dell’ex sindaco Bonaldi per un CDA da primi della classe in grado di risolvere a breve, si diceva, il problema. Ma quando mai. Almeno per ora”.

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