Cronaca

Giornata del sollievo, “per
condividere ogni attimo di vita”

Domenica 28 maggio, si celebra la ventiduesima Giornata nazionale del sollievo. Cure palliative domiciliari Asst Crema: “accanto alle persone per vivere appieno ogni attimo di vita”

“Accanto ai pazienti e alle loro famiglie in questi anni, nel fine vita, ho respirato tantissima vita”. Oltre il dolore, l’ultimo tratto di strada “è parte dell’esistenza ed è importante viverlo. Per andare in pace, se possibile”. Nelle parole della psico oncologa Clara Pelizzari, in forza all’unità operativa di cure palliative domiciliari di Asst Crema si riassume il senso della ventiduesima Giornata nazionale del sollievo. “Il nostro obiettivo non è solo quello di alleviare il dolore fisico, ma donare alle persone uno spazio di ascolto, di confronto o di silenzio.

Momenti in cui ciascuno possa, se lo desidera, dare forma a pensieri ed emozioni, paure, fragilità o idee da condividere”. Per dividere il peso del dolore ed assaporare insieme ogni attimo di vita. Anche l’ultimo. In fin dei conti, “umanizzazione significa semplicità”. Esserci, semplicemente. Ascoltare, senza giudizio e pregiudizio. Stare accanto, “sostenere”. Ché, nel loro essere protagonisti, sono la persona malata e la sua famiglia ad indicare i bisogni, “basta saperli vedere, saperli ascoltare”. Non da soli. “Il punto di forza della presa in carico promossa dalle cure palliative domiciliari di Asst Crema è il lavoro all’interno di un’equipe multidisciplinare” per assicurare un’assistenza personalizzata e, al tempo stesso, globale.

La persona malata e la sua famiglia restano al centro di ogni azione. “Il nostro obiettivo comune è dare dignità al paziente, tanto nel vivere, quanto nel morire”. Emanuela Brezzolari è un’operatrice socio sanitaria: “mi occupo dell’igiene della persona malata, ma trascorro anche molto tempo insieme a lei e alla sua famiglia. Coltivo relazioni in un ambiente intimo e prezioso come quello domestico. Mi piace l’idea di poter donare sollievo, di far star bene una persona con un semplice gesto: passare una salviettina sul viso è un modo per stabilire un contatto. Per dire che io resto lì accanto e voglio esserci”. Fino all’ultimo istante. “Perché anche quella è vita”. “Dico sempre che noi operatori siamo artigiani dell’assistenza” interviene il collega Umberto Franceschini, “ siamo ossigeno ed acqua fresca per i pazienti e le famiglie. Siamo chiamati ad aiutare, siamo professionisti, ma siamo umani, non possiamo tradire noi stessi. Diamo spazio a gesti veri e vitali”.

Perché la vita è oggi. “Cerchiamo di trasmettere al paziente consapevole la possibilità di vivere ed assaporare l’oggi, senza affannarsi per il domani. Il mio compito – spiega il fisioterapista Luigi Massaglia – non è solo quello di riabilitare dove possibile, ma di mantenere le capacità e le risorse di una persona per garantire la migliore qualità di vita. Siamo chiamati a fare la nostra parte come professionisti, ma alla base deve esserci un rapporto di fiducia e verità”. Servono, per vivere al meglio ogni attimo.

Al tavolo dell’equipe di cure palliative siedono diversi professionisti, uniti dal desiderio e dalla volontà di donare attimi di benessere. “Alle terapie farmacologiche per la gestione del dolore – conclude il primario Sergio Defendi – si affianca l’importante aspetto dell’umanizzazione delle cure, della centralità della relazione basata su fiducia e verità”. E il futuro si gioca sul territorio, con una necessaria integrazione tra comparto sociale e sanitario. Defendi lo ha ben chiarito nell’introduzione al convegno organizzato per il ventennale dell’unità operativa: “il domani si fa in rete e si fa anche garantendo una presa in carico precoce, per lo più nel caso del paziente anziano fragile, che tenga conto della complessità clinica, assistenziale, sociale, psicologica e culturale della persona e del relativo nucleo familiare”.

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