Al Racchetti è andata in scena
"La notte del Classico"
Questa volta non c’è stata ansia per le bizze del meteo com’era accaduto in passato, e tutto si è svolto secondo il nutrito programma allestito dall’organizzazione, per una riuscitissima quinta partecipazione del Racchetti di Crema, alla Notte del Liceo classico. La manifestazione, giunta alla nona edizione a livello nazionale è nata da un’idea di Rocco Schembra, docente del classico Gulli e Pennisi di Acireale (CT), ed ora ricercatore di filologia classica all’Università di Torino, con l’intento di promuovere, valorizzare e sottolineare la valenza della cultura classica nel sistema scolastico italiano. L’evento, che ha coinvolto 360 licei classici italiani e 9 licei stranieri ha il sostegno del Ministero dell’Istruzione e dell’Associazione Italiana di cultura classica.
Nel saluto del dirigente scolastico Claudio Venturelli, diverse le parole chiave utilizzate: cooperazione, creatività, talenti, innovazione, condivisione, entusiasmo, sinergia tra le varie figure, dai docenti al personale amministrativo, ai collaboratori scolastici. Una comune volontà di intenti che, grazie alla motivazione degli studenti delle dieci classi del classico, ed al coordinamento dei docenti che hanno collaborato ha portato alla creazione di numerose aule tematiche dislocate nell’edificio di via Palmieri, che hanno catturato l’attenzione, la curiosità e l’ammirazione dei numerosi visitatori, a partire dal presidente dell’Associazione ex alunni Liceo Ginnasio “Alessandro Racchetti”, Pietro Martini.
“Scuola come luogo di studio diverso, per mettere in rilievo competenze trasversali” ha detto il preside Venturelli nel prologo che ha preceduto i saluti dell’amministrazione comunale, presente con l’assessore all’Istruzione Emanuela Nichetti e con l’assessore alla cultura Giorgio Cardile, entrambi particolarmente legati al Racchetti per ragioni professionali e di studio.
La Notte del Classico è stata l’occasione per il culmine dei festeggiamenti per i 60 anni di presenza a Crema del liceo classico. Risale al 1962 infatti l’attivazione del triennio del Ginnasio a Crema, che consentì allora ai giovani cremaschi di completare il percorso liceale in città, senza dover più emigrare a Lodi o Cremona. Come annunciato lo scorso dicembre in occasione della cerimonie per le eccellenze della scuola, ieri sera sancito ufficialmente il gemellaggio con l’IIS “Gandini-Verri” di Lodi, alla presenza della dirigente Giusy Moroni, la quale ha manifestato l’apprezzamento per l’attività della scuola cremasca, che precede il suo Istituto nelle rilevazioni Eduscopio, sottolineando l’importanza di aver intrecciato questo rapporto di collaborazione.
Di Gino Tosetti, cremasco doc e fabbro-artista, come l’ha definito il preside Venturelli, la scultura svelata ieri sera, con iscrizione in latino e riferimento a queste celebrazioni, perché, “la scuola è un mezzo e non un fine, qui si impara a vivere, attraverso la consuetudine quotidiana, le relazioni, gli entusiasmi”, ha chiosato il dirigente Venturelli. Di grande fermento e ripresa dell’entusiasmo come non si vedeva da prima della pandemia ha parlato la docente referente Alessandra Tamburrino: “Qui tanti ragazzi entusiasti, che si sono impegnati in questi mesi occupandosi dell’organizzazione, dei costumi, della rielaborazione dei testi”, commenta soddisfatta la docente.
Nelle varie aule e nei corridoi, musica, rappresentazioni, esposizioni, racconti di progetti, iniziative, esperienze, realizzate in questi anni dagli studenti del Racchetti, ma anche impegno sociale, con la raccolta fondi da destinare all’Unicef, nell’ambito dei percorsi di educazione civica.
Dopo il rinfresco curato dal CrForma, presso la palestra della scuola i ragazzi che hanno partecipato al laboratorio teatrale del “Racchetti da Vinci” hanno proposto tra gli applausi dei presenti, la rivisitazione dell’Antigone di Sofocle, recentemente portata in scena alla IX edizione del “Festival Thauma – Teatro antico in scena” promosso dalla Cattolica a Milano.
Ilario Grazioso