Sede Fortunato Marazzi, il
progetto “Riciclo effetto sorpresa”
Creando con materiali di recupero nuovi oggetti si risparmia denaro, riducendo il volume di rifiuti e mettendo in atto un processo creativo che a volte consente di ottenere pezzi unici, quasi piccole opere d’arte: nasce così il progetto “Riciclo effetto sorpresa”, realizzato nella sede associata Fortunato Marazzi, con l’intento di dare nuova vita a biciclette destinate alla discarica, creando oggetti d’arredo servendosi di materiali considerati non più utilizzabili.
Protagonisti del progetto, gli studenti della classe 2A PNR durante le ore di Laboratorio/Officina. Utilizzando bici obsolete e non più funzionanti, piani di legno o acciaio, vernice spray, i ragazzi hanno creato vere opere di design, sfruttando le conoscenze apprese nel corso delle lezioni teoriche in questi primi due anni. Il progetto si è articolato in diverse fasi, ed ha interessato gli studenti divisi in gruppi: ogni gruppo ha scelto le parti ritenute idonee al progetto finale, successivamente ha cominciato la ricerca dei componenti mancanti, per realizzare l’idea, partendo prima dalla progettazione. Nello svolgimento delle attività sono stati impiegati banchi da lavoro, macchine utensili basiche, smerigli, saldatrici e tanti altri piccoli utensili. Terminati i loro lavori gli studenti hanno condiviso le relazioni finali coinvolgendo altre discipline, quali italiano e inglese.
L’iniziativa è stata curata dal prof. Massimo Cappelleri, coadiuvato dagli assistenti tecnici Giancarlo Aprile e Giuseppe Pergola, ed ha suscitato particolare apprezzamento da parte degli studenti: “Un’esperienza interessante perché è stato necessario avere fantasia, manualità e praticità in ogni operazione”, il commento dello studente Morgan Cassinelli. “Questa esperienza ci servirà anche per il nostro futuro lavorativo, anche perché lavorare in gruppo non è sempre facile, perché ognuno ha opinioni diverse”, dice Cristian Finazzi. “Siamo partiti da una bicicletta mal ridotta e siamo riusciti a creare un qualcosa di veramente creativo”, dice Gioele Ferrari ed infine, per Gabriel Pasquini, “un progetto come questo offre l’opportunità di cimentarsi con macchinari, affrontare imprevisti e vedere un prodotto realizzato interamente da noi”.