Disabilità e indipendenza,
una sfida da cogliere
Quella per la vita indipendente, dopo l’emanazione della legge 112/2016, sta divenendo sempre più una questione sociale. Un tema sul quale tutti, genitori, persone con disabilità, associazioni, operatori sociali e amministratori pubblici, hanno il dovere, ma prima ancora il desiderio, di interrogarsi e di trovare soluzioni. Insieme. A partire da questo presupposto, nella giornata di sabato 1 aprile Fondazione Alba Anffas Crema, Anffas Crema Aps e Comunità sociale cremasca hanno proposto un convegno dal titolo Vita indipendente: prospettive per il futuro.
“L’occasione – ha detto l’assistente sociale di Csc Alison Bignami – per comprendere quanto nel cremasco è stato fatto e quanto ancora resti da fare, ma anche un modo per apprendere e fare propri nuovi stimoli da esperienze note a livello nazionale e collaudate”. Con lei al tavolo dei relatori anche il consulente di Anffas Lombardia Angelo Nuzzo e Giovanni Merlo, direttore di Ledha Milano. Ha moderato il direttore di Anffas Crema Andrea Venturini.
A Crema dal 2017 sono state attivate numerose progettualità destinate a persone con disabilità grave e per lo più funzionali a stimolare e realizzare la coabitazione. Si aggiungono progettualità per interventi strutturali, percorsi di accompagnamento all’autonomia, sostegni alla residenzialità e i cosiddetti voucher Durante noi. Il numero maggiore (43) riguarda i cosiddetti alloggi palestra, nei quali “sono coinvolte anche persone autistiche”. L’attenzione oggi, in occasione della Giornata internazionale per la consapevolezza sull’autismo è focalizzata. “Ci rendiamo conto, però, che questi iniziali percorsi di accompagnamento all’autonomia per persone con disturbi dello spettro autistico non hanno visto una trasformazione in percorsi di residenzialità”. Al momento, nel Cremasco, quelli attivi sono 16, ma non coinvolgono persone con disturbi dello spettro autistico “e intendono garantire una soluzione a persone anziane con disabilità”.
Ecco, dunque, la sfida da cogliere: “dare forma a progettualità per la vita indipendente che coinvolgano persone giovani e in particolare persone giovani autistiche”. Secondo l’assessore al welfare del comune di Crema Anastasie Musumary, l’impegno delle istituzioni “deve continuare per garantire a tutte le persone diritti, libertà ed indipendenza”. Passi avanti ne sono stati fatti, il consigliere regionale Matteo Piloni ha posto l’accento sul progetto finanziato a livello regionale e rivolto a persone autistiche, che coinvolge Comunità sociale cremasca, Ats Val Padana e Asst Crema per un modello personalizzato ed innovativo di presa in carico, capace di rispondere alle esigenze di ogni persona. “E’ in fase di attuazione ed intende offrire soluzioni per la concreta attuazione del progetto di vita, baluardo fondamentale per le persone con disabilità, per le loro famiglie”. O meglio per ciascuno di noi.
Perché, lo ha ben detto Angelo Nuzzo: “dobbiamo abbandonare il modello medico abilista che ci porta a valutare il rapporto tra abilità e deficit, a valutare una persona rispetto ad una normalità e ci sprona a condurla verso una normalizzazione. Dobbiamo abbandonarlo perché un modello di questo tipo blocca qualsiasi progettualità di vita indipendente. Dobbiamo abbandonarlo, perché serve rendersi conto che sono i contesti ad essere disabili, dobbiamo agire su di loro, per renderli adeguati a ciascuna persona, a ciascuna esigenza, a ciascuna peculiarità”. Così facendo, ciascuno potrà fare, potrà costruire la propria vita, la propria indipendenza, la propria libertà. Anche per la presidente di Anffas Crema Aps Daniela Martinenghi il cambiamento di prospettiva “è faticoso, ma necessario. Riguarda tutti, lo chiedono a gran voce le persone con disabilità. E tutti, insieme, dobbiamo tirarci su le maniche per costruire il domani a partire da oggi. Per questo chiediamo alle istituzioni tutte di camminare insieme a noi”.
Nuzzo ha poi dato conto degli esiti di una ricerca condotta nell’ambito di un progetto europeo per valutare l’impatto dei progetti di vita indipendente sulle persone con disabilità, le loro famiglie e la società. “Sono progetti che non solo consentono di contenere costi sociali, ma hanno anche delle ricadute positive in termini di benessere: migliorano la qualità del tempo di persone con disabilità e famiglie e consentono ai genitori di pensare al Dopo di noi in modo sereno”. Sono il futuro. Da costruire nel presente.