Cronaca

Munari, revocata la delibera
sulla settimana corta

Il Consiglio d’Istituto del “Munari” di Crema si è espresso per la revoca della delibera dello scorso 15 febbraio che istituiva un orario prolungato di sei o anche sette ore al giorno per cinque giorni per tutti gli studenti della scuola a partire dall’anno scolastico 23/24 ed è stata sostituita da una nuova delibera, votata a maggioranza, che mantiene la settimana corta soltanto per il liceo delle Scienze Umane.

A renderlo noto, tramite il comunicato congiunto, sono i genitori e gli studenti del Consiglio di Istituto del Liceo Munari di Crema.

“La morale del voto odierno è che quella delibera di febbraio non è mai esistita al di fuori della ostinazione della dirigenza scolastica. Oggi il Consiglio ha dovuto, secondo il regolamento, decidere in merito al Reclamo avverso la delibera presentato dall’avvocato Avaldi insieme ai rappresentanti dei genitori in Consiglio d’Istituto, che evidenziava una serie di questioni di legittimità e di merito, quali il difetto di motivazione, la violazione dei principi di ragionevolezza, logicità e proporzionalità considerando fattori quali la qualità didattica, l’apprendimento degli studenti, le attività extracurriculari degli stessi, e poi ancora i disagi dei trasporti, l’assunzione di pasti, la non omogeneità e pertinenza di questa offerta formativa rispetto agli altri istituti cittadini. Inoltre, a dar ragione ancor di più a quanto da noi evidenziato, nessun passaggio preventivo era stato fatto prima di rendere esecutiva la delibera per garantire quantomeno i trasporti. Ciò è dimostrato dal fatto, portato all’attenzione del Consiglio oggi, che soltanto una settimana dopo l’approvazione della delibera, in data 21 febbraio, l’Agenzia per il Trasporto Pubblico Locale di Cremona-Mantova riceveva una nota da parte dell’IIS “Munari” e della Provincia di Cremona che informava della deliberazione sul nuovo orario”.

“A questa nota è seguita il 10 marzo una risposta chiara e netta dove l’agenzia del TPL ha ricordato come l’attuale servizio sia regolato da un contratto che prevede, ormai da anni, una impostazione su sei giorni settimanali con arrivi e partenze in orari definiti a seguito di accordi intercorsi tra tutti i soggetti interessati (Istituzioni scolastiche e formative, Provincia di Cremona, Comune di Crema e di Cremona, Aziende di trasporto pubblico), e dove ha altresì sottolineato che una così differente impostazione degli orari delle lezioni come quella deliberata deve necessariamente trovare una sintesi condivisa all’interno di un progetto complessivo di revisione (cit. dalla missiva). Infatti, per sua stessa natura il trasporto pubblico garantisce la mobilità casa/scuola per tutti e perciò risponde alle necessità generalizzate di trasporto dell’intera popolazione”.

“Da queste parole inequivocabili, e francamente anche prevedibili, ha preso le mosse la decisione di riportare la delibera in Consiglio, annullarla, e costruire un orario scolastico che rispettasse quanto meno il monte ore del Liceo Artistico, assolutamente incompatibile con gli scopi della dirigenza scolastica e la soluzione a suo tempo trovata. Vogliamo ribadire, per amore di verità, che la rappresentanza dei genitori fin dalle prime discussioni precedenti il voto di febbraio aveva subito criticato l’impostazione di quella delibera: imporre la settimana corta senza integrazione nel sistema complesso delle scuole superiori e il rapporto col territorio e disinteressarsi del benessere fisico e mentale degli alunni era inaccettabile. Fondate ragioni e plateali insufficienze che, come i nodi di un pettine, sono finite inesorabilmente per intricare questa delibera, gli effetti della quale avrebbero pesato in modo arbitrario e iniquo sulle spalle di famiglie e studenti. Quegli studenti che sono stati capaci di organizzare uno sciopero bianco di clamoroso successo, che hanno mostrato un’ammirevole libertà di pensiero e dignità”.

“Con il voto di oggi si chiude, almeno parzialmente, una vicenda paradossale. Un istituto scolastico, solitario, ha preteso di andare da solo per la sua strada, peraltro sbagliata, senza tenere in considerazione la composizione della popolazione scolastica, le famiglie, le altre scuole, il trasporto pubblico, la mobilità cittadina, quella provinciale, gli altri enti coinvolti, la fattibilità del cambiamento orario, il suo rapporto con il monte ore scolastico, la sua effettiva e misurabile influenza sui costi energetici generali, e l’elenco potrebbe continuare. Siamo ovviamente lieti di questa conclusione per gli studenti dell’Artistico, ma non possiamo fare a meno di chiederci quanto tempo ed energie avremmo tutti quanti risparmiato se semplicemente le nostre ragioni, risultate superiori, fossero state realmente ascoltate durante il processo decisionale. La nostra proposta di concentrarsi eventualmente solo sul plesso di Scienze umane è verbalizzata nell’incontro del 14 dicembre e all’epoca ci venne detto di no. Siamo atterrati su questa proposta quattro mesi dopo, quando tuttavia è maturata nella nostra convinzione che la delibera si sarebbe dovuta semplicemente annullare e che il nuovo orario per tutta la scuola dovesse essere ridiscusso dopo attente valutazioni”.

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