Panathlon e Rotary
ricordano Emiliano Mondonico
Ieri sera nel corso dell’interclub Panathlon Crema e Rotary Pandino Visconteo si è parlato di Emiliano Mondonico, un uomo che è stato molto più di uno sportivo di altissimi livelli, perché la storia personale del tecnico di Rivolta d’Adda è molto più ricca dei trofei vinti sul campo, per quello che l’uomo e l’educatore ha lasciato a tutti. Ne hanno parlato la figlia Clara, impegnata nell’associazione che porta il nome del papà, l’ex calciatore Giancarlo Finardi ed il giornalista Filippo Grassia.
Soddisfazione da parte del presidente Panathlon Crema, Massimiliano Aschedamini per un intermeeting che ha offerto l’opportunità di parlare di una “persona che sorprendeva per modestia, una persona perbene ed un grande uomo”, ha detto Aschedamini, parlando di Mondonico, conosciuto ai tempi della presidenza del Pergocrema, e con il quale in molte occasioni è stato possibile il coinvolgimento in iniziative di carattere sociale. “L’uomo più importante della mia vita, che ha insegnato tanto e che tanti ricordano come uomo, prima ancora che come allenatore”, ha detto la figlia Clara, spaziando nel suo racconto tra attività sportiva e aneddoti famigliari, a partire dal rapporto con la madre: “Un legame di amore, nato fin da ragazzini e durato una vita”. Per Clara Mondonico, l’esperienza con l’associazione “l’Approdo” è quella che ha dato le più grandi soddisfazioni al padre, “perché di fronte alle paure di quei ragazzi ha dovuto scontrarsi con le sue paure”. Ma per Clara Mondonico non è facile ora portare avanti quell’esperienza: “È difficile andare avanti con l’Approdo senza papà, ma lui se lo merita. Non ho il suo carisma e non so allenare, ma ci metto il massimo per aiutare questi ragazzi, perchè so che questo lo rende felice”. Nelle parole dell’ex calciatore Giancarlo Finardi, anni di esperienze, condivisioni, collaborazioni, amicizia, che hanno contraddistinto il suo rapporto con Emiliano Mondonico, prima a Bergamo, nelle giovanili con l’Atalanta, poi dal 1973 alla Cremonese, dove Mondonico era già il leader, negli anni successivi da allenatore, fino all’ultima esperienza alla Cremonese. “Una grande qualità di Emiliano, era quella della battuta sempre pronta”, ha commentato Finardi parlando dei viaggi insieme, da Rivolta a Cremona. “Grazie a lui, è stato veramente un amico”, ha detto alla platea Finardi, ricordando anche le occasioni conviviali, alla Trattoria di famiglia a Rivolta. Dal presidente Rotary Visconteo, Fabiano Gerevini, oltre ai saluti del presidente del Coni regionale, la consapevolezza dell’uomo Mondonico, persona sempre pronta a dare una mano negli oratori, antipersonaggio, disponibile nelle scuole, dove portava volentieri la sua testimonianza, di vita, di atleta, di sportivo, di leader. E proprio su questi aspetti, Gerevini ha ricordato i diversi appuntamenti organizzati come Panathlon a Crema, con l’allenatore di Atalanta, Cremonese, Fiorentina, da ultimo, quello svoltosi nel 2016 in Sala Alessandrini, con il coinvolgimento degli studenti dello Sraffa: “Voleva ridare alla società, quello che aveva avuto lui dallo sport, una persona che finito di allenare aiutava gli altri”,ha concluso Gerevini. Nel ritratto del mister di Rivolta d’Adda, che ha fatto il giornalista e presidente Panathlon Milano, Filippo Grassia, il riferimento al rapporto di vicinanza che Mondonico, da grande uomo di sport, aveva con i suoi giocatori, da Cravero a Bruno. “Lo ricordo nei miei anni a capo dello sport de La Stampa, lui, che ha vinto 5 volte la serie B, capace di una stagione memorabile in coppa Uefa con il Torino”, ha detto Grassia, evocando il mancato successo di quella coppa, in quella serata di Amsterdam, nel maggio 1992, con l’immagine e la signorilità di quella sedia alzata, quale protesta per decisioni arbitrali discutibili, che gli negarono quello che sarebbe stato il miglior risultato sportivo della sua carriera. Solidarietà, inclusione ed “il calcio come specchio della vita”, per Filippo Grassia, che critica a distanza di anni, l’esonero affrettato nel 2004, dalla Fiorentina. “Nel mio cuore, il calcio migliore resta quello di Mondonico”, ha concluso il giornalista tra gli applausi dei presenti.
Ilario Grazioso