Geloso, lo accoltellò: cadono
i "futili motivi". Pena ridotta
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Il reato di tentato omicidio era già caduto in primo grado. Ora i giudici della Corte d’Appello di Brescia hanno anche escluso l’aggravante dei futili motivi, riformando la pena a un anno e 9 mesi di reclusione per lesioni personali aggravate contro la sentenza di 3 anni e 4 mesi emessa a Cremona nel primo giudizio il 31 maggio scorso per Alfio Scimonelli, 49 anni, il pluripregiudicato cremasco che il 15 luglio del 2020 in via Martini a Crema, nel quartiere di San Bernardino, aveva accoltellato all’orecchio e all’addome il 46enne cremasco Giovanni Lucchetti. In primo grado il pm aveva sostenuto l’accusa di tentato omicidio e chiesto una pena di 13 anni. Soddisfatto il legale di Scimonelli, Mario Tacchinardi: “I giudici hanno deciso per una pena più conforme a giustizia”.
L’imputato e Lucchetti si contendevano l’amore di Sabrina Beccalli, la 39enne bruciata a Ferragosto del 2020 nella sua Fiat Panda nelle campagne di Vergonzana da Alessandro Pasini. Proprio domani, nei confronti di Pasini, si chiuderà il processo in Corte d’Assise d’Appello. I giudici dovranno decidere se confermare o ribaltare la sentenza di assoluzione emessa in primo grado. Per ora Pasini è stato condannato a 6 anni solo per distruzione del cadavere e incendio dell’auto.
Tornando a Scimonelli, da sottolineare le dichiarazioni rese da Marco Monti, il direttore generale dell’Asst di Crema che era stato chiamato come consulente il giorno dopo i fatti e che aveva visionato le immagini della tac di Lucchetti per verificare la presenza di lesioni agli organi. “Si trattava”, aveva sostenuto Monti, “di una ferita da taglio compatibile con una lama, della profondità di 3/4 centimetri, che aveva raggiunto il peritoneo, procurando una piccolissima lacerazione e l’entrata di qualche bollicina di aria”. Al ferito erano stati praticati tre punti di sutura. L’arma con la quale Lucchetti era stato colpito, presumibilmente un coltello, non è mai stata trovata.
“Lucchetti in nessun momento ha rischiato la vita”, ha sempre sostenuto l’avvocato Tacchinardi, “in quanto non è stata attinta alcuna zona vitale”.
Sara Pizzorni