Donne e lavoro, Cisl: "Lotta
a molestie e discriminazione"
Sono oltre 6mila le donne che hanno risposto a un questionario promosso dal coordinamento Donne e BiblioLavoro di Cisl Lombardia, con l’obbiettivo di approfondire la condizione sociale e occupazionale, in una logica intergenerazionale.
E’ emerso che 9 donne su dieci vorrebbero più informazioni in materia, e che 6 su 10 hanno subito o assistito a molestie nei luoghi di lavoro. Sono definite tali tutti quei comportamenti indesiderati, posti in essere per ragioni anche connesse al sesso e aventi lo scopo o l’effetto di violare la dignità di una lavoratrice o di un lavoratore e di creare un clima intimidatorio, ostile, degradante, umiliante o offensivo.
Altro tema indagato è quello della pari opportunità: a questo proposito, quasi il 40% delle donne ha asserito che se fosse stata uomo avrebbe raggiunto più facilmente la propria posizione lavorativa, per il 45% sarebbe stato più facile avere promozioni e il 74% delle donne è convinta di dover dimostrare più dei colleghi maschi.
“Oltre all’adozione, da parte dell’ azienda, della dichiarazione sulle molestie, chiediamo un passo avanti, un codice di condotta nel quale sia presente una procedura da attivare in caso di molestie” sottolinea il sindacato, che vorrebbe fossero attivati “percorsi per sensibilizzare i lavoratori e le lavoratrici sul tema e migliorare il livello di consapevolezza con iniziative formative e informative mirate”.
A tale scopo, a fronte della cessione da parte dei lavoratori del’1% dell’ammontare del premio (scelta individuale), si chiede “che l’Aziende si impegnino a versare una somma pari all’ammontare delle quote raccolte dai lavoratori da destinare all’ Associazione donne contro la violenza del territorio”.
Focus anche sulla necessità di politiche “per la parità occupazionale e retributiva, e la miglior conciliazione vita-lavoro”, che devono tornare “al centro delle politiche per il lavoro e contrattuali ,superando gli ostacoli posti dalle attività di cura verso figli e genitori anziani, che devono essere condivise con gli uomini, valorizzando il congedo obbligatorio di paternità e il congedo facoltativo e si devono costruire forti reti di servizi welfare, a partire dall’accesso a costi sostenibili degli asili nido e orari di lavoro flessibili”.