Cronaca

Al Caffè Letterario:
le scintille di Luigi Garlando

A Crema, la prima firma de La Gazzetta dello Sport, Luigi Garlando, è di casa visto le sue numerose partecipazioni ai Galà di presentazione del Trofeo Dossena ed alle iniziative collaterali, ieri sera ha impreziosito il Caffè Letterario, conversando con Girolamo Lacquaniti, in una partecipata serata in sala Bottesini, con gli intermezzi musicali di Clarissa Demurtas e Matteo Bacchio. Nel prologo del neo direttore del quotidiano La Provincia, Paolo Gualandris, la felicità di poter riprendere a pieno regime gli appuntamenti del Caffè Letterario, riproponendo i lunedì sera dedicati alla cultura, alla letteratura, ai talenti dei giovani musicisti e cantanti che si esibiscono di volta in volta, proponendo brani scelti in funzione dei libri presentati, per un perfetto connubio tra musica e parole.

Una serata nella quale il giornalista e scrittore milanese, stimolato dalle domande di Lacquaniti ha parlato della sua passione per lettura e scrittura, raccontando aneddoti legati al periodo scolastico, ed ai primi passi della sua carriera giornalistica, tra fede calcistica e passione per il gioco del calcio. Una passione quella per la lettura, che però in Garlando arriva tardi, quasi al termine del periodo scolastico, dopo la lettura di un libro di Luigi Santucci, dal titolo Non sparate sui narcisi: “Non ero un promettere studente e giocavo a pallone sognando il 10 dell’Inter, poi dopo quel libro è arrivata la passione per la lettura ed il piacere di scrivere”. Dopo la laurea una parentesi da insegnante, poi la carriera giornalistica e quella di scrittore, che negli ultimi anni l’ha portato a diventare uno tra gli autori più conosciuti tra i ragazzi, verso i quali dimostra evidentemente di saper entrare in contatto, di coglierne emozioni e ansie, suscitando interesse e raccontando nelle sue diverse pubblicazioni, storie di incontri tra generazioni diverse, dove si possono trovare temi di straordinaria attualità.

Com’è il caso dell’ultima fatica data alle stampe, “Siamo come scintille” edito da Rizzoli, un libro per prendere atto e riflettere sulle tensioni giovanili e sulle loro ansie per il futuro, riscoprendo la poesia, perché anche questo è il lascito del covid: i giovani costretti come tutti dalla pandemia a stare chiusi in casa e nelle loro stanze, che riscoprono emozioni e sentono il bisogno di raccontarle, anche attraverso la poesia. “Siamo come scintille” è anche questo, la storia di una sedicenne influencer, che scrive versi su Instagram, senza avere un background scolastico importante, ma che riesce a comunicare con la sua generazione, facendo il pieno di followers, dei quali interpreta angosce e sentimenti, parlando con lo stesso linguaggio, di conflitti generazionali. Ed un co-protagonista, un cinquantacinquenne, che dopo il successo della sua prima opera letteraria, non si è più ripetuto e pare abbia perso la capacità di comunicare.

Un po’ la metafora dei giorni nostri: la generazione con i capelli bianchi, che spesso nei ragionamenti della vita quotidiana, ma anche nella politica o nella cultura, rischia di parlare solo a se stessa e non più agli altri, ai giovani, ad una platea ben più ampia e variegata.

Due figure all’apparenza così distanti, che nello sviluppo del libro e del racconto di Garlando, si troveranno a doversi parlare, sperimentando come alla fine ciascuno può imparare dall’esperienza dell’altro, indipendentemente dall’età, dai contesti, dagli ambienti frequentati. La storia di una ragazzina che esce dall’ombra, dal virtuale dei social, ma anche di un uomo maturo, uno “scrittore bollito”, che alla fine ne esce migliorato, si ritrova, si apre agli altri, “perché si può crescere anche a 55 anni”.

Nell’anima del romanzo però c’è tanta poesia, che non è qualcosa per le élite, ma riprendendo l’etimologia stessa della parola, significa fare, essere concreti, la parte più divertente del libro, dice Garlando: “Un divertimento, calarsi nei panni di una sedicenne”. Una sedicenne, che scrive versi su Instagram, si emoziona, si meraviglia. “Perché i ragazzi sono abituati a meravigliarsi di più rispetto agli adulti” commenta Garlando. Ma “Siamo come scintille”, parla ai giovani, ha in sé tanti riferimenti alla musica, allo sport e ai “nuovi” sport; parla del rapporto che c’è tra tennis e padel, ad esempio, simile a quello che ci può essere tra poesia “ufficiale” e instapoet, come la ragazza protagonista del libro. Un libro ricco di spunti di riflessione, di nuovi linguaggi e che forse proprio per questo, ha una sua naturale evoluzione in una futura produzione cinematografica. La serata si chiude con gli applausi del pubblico e l’appuntamento al prossimo incontro del Caffè Letterario, lunedì 27 marzo con Fabiano Massimi, che parlerà del suo “Se esiste un perdono”.

Ilario Grazioso

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