Domani lo sciopero degli
studenti del Munari
Domani, martedì 28 febbraio, gli studenti del Munari resteranno a casa e non parteciperanno alle lezioni, con l’approvazione dei loro genitori. Si tratta di uno sciopero bianco, una protesta pacifica, simbolica. I rappresentanti dei genitori hanno rilasciato un cominicato sul tema.
“Vogliamo quel giorno una scuola vuota, per rendere visibile la scelta dissennata dell’Istituto, dirigenza, docenti e personale ATA, contro il parere della stragrande maggioranza delle famiglie – scrivono tramite un comunicato i genitori degli studenti – a chi si scorda per quale ragione esiste una scuola, a chi lavora nella scuola senza pensare al benessere degli studenti, noi diremo “fatevela da soli”. Abitatela da soli. Andateci solo voi, nel silenzio colmo del nostro sdegno. Della nostra opposizione”.
“Crediamo che la dirigenza scolastica non abbia alcun vantaggio nell’imporre la settimana corta – perché il verbo giusto è questo: imporre – comprimendo la vita, la salute e l’apprendimento degli studenti senza alcuno scrupolo correttivo. Va chiarito che nessuno fra noi è ideologicamente contrario alla settimana corta, non è mai stata questione del “cosa”, ma del “come”. E questo pensiero ha trovato solamente condivisione e sostegno: dalla politica, dagli altri dirigenti, la nostra istanza è stata subito compresa, spesso accolta, comunque rigettata da nessuno”.
“L’idea che si possa fare, ma a patto di rientri pomeridiani, di attenzione all’alimentazione e alle pause, di una riorganizzazione sistemica dei trasporti, di un approccio integrato senza fughe in avanti ingiustificate, ha trovato la condivisione di chi osserva il mondo della scuola, dei trasporti, dei nuclei decisionali del nostro territorio, dei media. Alcuni dirigenti scolastici che gestiscono monte ore assimilabili a quello dell’Artistico, per esempio, hanno pubblicamente affermato che se adottassero la settimana corta non la farebbero in ogni caso come deciso dal Munari”.
“È perciò un dato di fatto incontestabile: la delibera del “Munari” non avrà imitazioni, non ispirerà nessuno, non aprirà la strada a nessuno; se sarà un esempio lo sarà di ciò che tutti eviteranno di ripetere. Alle medesime condizioni e con gli stessi obiettivi, ci saranno le scelte ponderate degli altri e, da un’altra parte, solitaria ed estremista, quella del “Munari”. Lo chiediamo perciò a coloro che hanno mostrato di condividere questa delibera: vi sembrano fatti di poco conto? Non imporrebbero una sospensione e una riflessione?”
“Martedì 28 “ci contiamo”: contiamo sulla massima adesione delle famiglie e degli studenti e ci misureremo. Per capire se la somma di chi non è disposto ad accettare questa imposizione è effettivamente un numero importante, come crediamo sia. Dovremo essere tanti: solo così sarà possibile far sentire il peso e la voce delle nostre vite e delle nostre opinioni, fin qui inascoltate. Invisibilizzate. E a chi teme non serva a nulla, a chi preferirebbe prima sapere quanti davvero saremo, scegliersi un punto di osservazione neutrale, comodo, diciamo che non possiamo garantire la vittoria, ma saremo gli uni accanto agli altri. Questo è l’essenziale. Chi ha deciso sulla pelle di famiglie e studenti conta sul nostro ritegno e sulle divisioni. Dimostriamo che si sbagliano, anche su questo come su tutto il resto”.