Decreto Superbonus, Cna Lombardia:
"A rischio 10mila imprese"
Il decreto legge in materia di Superbonus approvato dal Consiglio dei ministri, che vieta la cessione dei crediti e lo sconto in fattura e blocca le operazioni di acquisto dei crediti incagliati da parte degli enti locali, è una tegola non indifferente per oltre 10 mila micro e piccole imprese della Lombardia: lo rende noto la Cna regionale, lanciando l’allarme su una situazione che pesa sulla ripresa economica. Ma non solo: a incidere è anche la situazione “che riguarda i prezzi al consumo ancora troppo alti, con l’inflazione che si attesta al +11%”.
Qualche numero sul Superbonus In Lombardia, prima tra le regioni italiane, fornito dal Centro Studi Sintesi per Cna Lombardia: al 31 gennaio 2023 risultano infatti avviati oltre 58 mila interventi edilizi. Alla stessa data il valore complessivo degli interventi ammessi ammonta a 11,4 miliardi di euro, mentre il valore dei lavori conclusi supera i 9 miliardi di euro. L’importo medio degli investimenti ammessi in detrazione in Lombardia è invece di 195 mila euro e a fine gennaio 2023, risultano completati lavori pari al 79,3% del valore totale degli investimenti ammessi in detrazione.
Sul fronte consumi la dinamica dei prezzi per i cittadini lombardi (dati dicembre 2022) è guidata dal +53,2% dei beni energetici; a seguire di rilievo anche il +12,1% di alimentari e bevande, il +8,7% di servizi ricettivi e ristorazione, il +8,2% di mobili e beni per la casa, il +7% di trasporti e il +4,2% di spettacoli e cultura.
“In pochi giorni, purtroppo, abbiamo avuto due cattive notizie per il mondo imprenditoriale: l’approvazione della Direttiva europea sul divieto di immissione sul mercato europeo di autoveicoli nuovi a motore endotermico a partire dal 2035, e il divieto di cessione del credito in relazione ai bonus fiscali in edilizia – sottolinea Giovanni Bozzini, Presidente CNA Lombardia -. Prendiamo atto che il decisore pubblico adduce sul tema dello stop alla cessione dei crediti considerazioni legate alla sostenibilità dei conti pubblici. Ci permettiamo però di precisare che le imprese che si trovano nella drammatica situazione di detenere crediti incagliati hanno reso un servizio e lo hanno fatto in ossequio alle normative vigenti. Sarebbe a questo punto ora di rilanciare senza indugi un grande progetto di incentivazione all’installazione del fotovoltaico sui tetti dei capannoni delle nostre micro e piccole imprese. Noi non ci perdiamo d’animo, c’è molto molto da fare. Lo diciamo proprio pensando ai numeri che la Lombardia ha saputo fare anche in questa vicenda del Superbonus: 58 mila interventi completati a fine gennaio 2023, 8.200 asseverazioni negli ultimi tre mesi e un grado di completamento degli interventi pari al 79% contro una quota nazionale del 76,2%”.
“Inoltre se pur in chiave di relativa stabilizzazione, indicatori quali i tassi di interesse, l’inflazione, il costo dell’energia elettrica e del gas naturale restano una nostra costante preoccupazione – prosegue Bozzini -. Come abbiamo rilevato con il nostro Centro Studi, l’economia è in lenta ripresa, con una tendenza molto positiva di export ed investimenti e una, ad oggi ancora molto contratta, dei consumi. Ma è chiaro che questi costi fissi come costo del denaro e bollette energetiche costituiscono, in premessa, un autentico problema.”
L’energia resta comunque in primo piano in termini di aumenti estremamente sensibili per imprese e famiglie specialmente nell’ultimo anno. Dopo i valori record di agosto 2022 (543 €/mwh) e di settembre (430 €/mwh), negli ultimi mesi il prezzo medio dell’energia elettrica si è sensibilmente ridimensionato, ma si conferma su livelli molto elevati (174 €/mwh a gennaio 2023). Nel 2022 il prezzo dell’energia elettrica, inteso come media dei valori mensili, risulta pari a 306 euro/mwh: si tratta di una variazione del +143% rispetto al dato medio del 2021 e del +665% sul prezzo medio del 2020.
Le imprese assorbono il 77% dei consumi elettrici registrati in Lombardia e l’aumento esponenziale del prezzo dell’energia elettrica nel 2022 ha impattato sui bilanci delle aziende: a carico delle imprese lombarde si stimano maggiori costi per 7,6 miliardi di euro rispetto al 2021 (+87%). Di questi, quasi 5,4 miliardi ricadrebbero sull’industria e circa 2,2 miliardi sulle imprese dei servizi. La discesa dei prezzi nell’ultima parte dell’anno ha invece consentito di ridurre di circa 400 milioni il maggior costo rispetto alle stime effettuate lo scorso novembre.
Sul fronte del gas naturale a gennaio 2023 il prezzo medio si attesta sui 68 €/mwh: si tratta di un valore notevolmente inferiore rispetto ai livelli raggiunti ad agosto (233 €/mwh) e a settembre 2022 (187 €/mwh). Considerando l’intero anno solare 2022 il prezzo medio del gas naturale risulta pari a 123 €/mwh ed è un valore superiore del +137% rispetto al dato del 2021 e addirittura del +1.018% nei confronti del prezzo medio rilevato nel 2020.
Le attività economiche rappresentano il 49% dei consumi di gas naturale in Lombardia. Per il 2022 si stima un incremento degli oneri a carico delle imprese lombarde di 2,5 miliardi di euro rispetto al 2021 (+100%): si tratta di un valore inferiore di circa 200 milioni di euro rispetto alle proiezioni effettuate nel novembre scorso. Di questi maggiori costi, 1.757 milioni graverebbero sulle imprese dell’industria, mentre i restanti 750 milioni sui settori del commercio e dei servizi.
“Su energia elettrica e gas naturale il mondo è cambiato in due anni ed è cambiato in peggio – spiega Stefano Binda, Segretario di Cna Lombardia -. È vero che la corsa dei prezzi sembra finalmente trovare un punto di caduta, ma su un livello di prezzo che è enormemente più alto di quello che imprese e famiglie erano abituate a considerare nelle proprie logiche di spesa ed investimento, nella propria economia. Nel 2022 tra gas naturale ed energia elettrica le imprese lombarde hanno fatto fronte a circa 10 miliardi di costi in più rispetto al 2021.”
“Sono queste le evidenze da cui ripartire – analizza Giovanni Bozzini -. Su questi temi siamo certi che gli esiti delle elezioni regionali ci consegnino un quadro politico, peraltro allineato con quello di Governo, in cui in teoria le condizioni per interloquire produttivamente con il mondo delle imprese e assumere impegni veri a favore della comunità, delle famiglie, dei lavoratori e delle imprese, sarà possibile. Noi siamo pronti”.
Altro aspetto da tenere in grande considerazione per il futuro della Lombardia è senza dubbio il Pnrr. Sulla base della rilevazione effettuata a fine gennaio 2023, risultano assegnati alla regione circa 7,5 miliardi di euro, pari al 10,6% del totale nazionale delle risorse attualmente ripartite (71,3 miliardi di euro). Rispetto al precedente monitoraggio, si segnala un rilevante incremento del valore delle risorse attribuite alla Lombardia (+ 981 milioni), mentre la quota regionale sul totale nazionale appare sostanzialmente invariata. Con riguardo alle sei missioni, emerge il progresso nella missione 2 (rivoluzione verde e transizione ecologica), che passa dai 2,3 miliardi di euro di ottobre 2022 ai 2,9 miliardi di gennaio 2023, mentre la Lombardia è destinataria del 15,3% del totale nazionale delle risorse allocate nella missione 6 (salute).
Il Pnrr è un’opportunità e dobbiamo evitare di viverla con leggerezza – commenta il Presidente di Cna Lombardia -. Assegnati alla Lombardia ci sono 7,5 miliardi, il 10% del totale delle risorse attualmente ripartite. Regione può dare un forte contributo e finora il Paese si è visto riconoscere ben 42 miliardi in base ai traguardi raggiunti sulla road map. Non siamo pessimisti”.
“Riqualificazione del patrimonio edilizio residenziale pubblico e Pnrr restano due pilastri delle opportunità di messa a terra di investimenti importanti in Lombardia – afferma il Segretario di Cna Lombardia -. Il tutto con effetti positivi sia sui segmenti socialmente più sofferenti sia su quel ceto medio produttivo che può cogliere straordinarie possibilità di fare impresa in modo qualificato”.