Cronaca

Settimana corta al liceo Munari,
gli studenti dicono no

Gli studenti del liceo artistico Munari si oppongono alla proposta della presidenza e del Consiglio di Istituto del liceo Munari di accorciare la settimana scolastica da 6 a 5 giorni dal prossimo settembre. Una scelta dell’Istituto che deriva dalla proposta lanciata lo scorso anno dal presidente della provincia Mirko Signoroni a tutte le scuole superiori del territorio, per limitare i consumi energetici. “Parliamo a nome della maggioranza degli studenti, dato il ruolo per cui siamo state elette”, dichiarano in una nota le rappresentanti Aurora Cerioli,  Iside Tedeschi, Martina Dispinzieri.
“La quasi totalità degli studenti ha espresso il proprio disappunto per l’approvazione della settimana da 5 giorni.
Pur essendo consapevoli delle problematiche ambientali che il mondo sta subendo, siamo fermamente convinte che l’iniziativa proposta come apparente soluzione, non sia in linea con lo stile di vita sano che le famiglie e gli studenti stessi desidererebbero avere.
Per conoscere il parere, ma soprattutto le motivazioni, riguardanti il cambiamento dell’orario scolastico, abbiamo indetto un’assemblea con i rappresentanti di classe.
Tra le ragioni principali che hanno portato gli studenti a non voler aderire alla proposta ci sono: l’incremento delle difficoltà relative ai mezzi pubblici, già presenti da tempo e mai risolte; un’alimentazione irregolare e del tutto sconvolta dai ritmi insostenibili a cui gli studenti verrebbero sottoposti; il crollo inevitabile del rendimento scolastico, legato al sovraccarico delle ore di lezione e alle scarse pause tra di esse.
Inoltre, le condizioni già difficili a cui saremmo sottoposti a scuola non farebbero altro che trascinare le loro conseguenze sulla vita extrascolastica di noi studenti: non ci sarebbe più spazio per sport, attività ricreative, relazioni interpersonali e dedizione allo studio”.
“Nonostante queste motivazioni siano più che valide – concludono le studentesse – non sono state sufficienti per impedire al consiglio d’istituto di approvare la proposta della Provincia. La votazione è stata eseguita senza tenere conto di queste esigenze, preferendo invece sostenere una condizione chiaramente più agevole per i lavoratori all’interno dell’istituto.
Hanno deciso di ignorare la voce di chi la scuola la vive e la fa vivere. Adesso spetta a noi farla ascoltare”.

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...