Cronaca

Munari, botta e risposta
tra genitori e dirigenza

Prima la lettera dei genitori, poi la risposta dell’istituto. Non pare proprio volersi placare la polemica che ruota attorno alla scelta dell’IIS Bruno Munari di Crema di adottare la settimana corta con orario prolungato di sette ore al giorno per cinque giorni per tenere chiusa la scuola il sabato.

La proposta era arrivata dal presidente della provincia di Cremona Signoroni nell’ottica del risparmio energetico. La dirigenza scolastica del Munari ha così proposto un sondaggio rivolto agli studenti e alle famiglie dei vari indirizzi “senza darne ampia diffusione”, come riportato nella lettera dei genitori, che poi prosegue: “il sondaggio così pubblicato senza alcuna informazione, riportato nella circolare n. 143 del 01.12.2022, ha dato un riscontro minimo da parte delle famiglie e degli studenti. Quando sia gli studenti che le famiglie hanno realizzato che qualcosa stava accadendo senza un adeguato percorso condiviso, c’è stata una comprensibile reazione: gli studenti si sono riuniti in Assemblea dichiarandosi totalmente contrari, ad esclusione di una sola classe quinta. È stato inoltre indetto il Collegio dei Docenti dove il risultato ha riportato una maggioranza favorevole e la proposta di cambiamento dell’orario è stata così portata all’ordine del giorno del Consiglio d’istituto del 14 dicembre”.

“I rappresentanti dei genitori – prosegue la lettera – forti di una pressoché totale adesione della popolazione studentesca e delle famiglie che non hanno trovato ascolto nella dirigenza scolastica, hanno più volte sottolineato, sia durante il Consiglio indetto in data 14.12.2022, ove è stato richiesto il rinvio, sia nel Consiglio tenutosi ieri, che una deliberazione di tale portata necessitava doverosamente di rassicurazioni e approfondimenti che attualmente sono lontane dal concretizzarsi. Non a caso tutte le altre dirigenze scolastiche di Crema hanno fin qui atteso una conferenza di servizi che possa organizzare questa evoluzione dell’orario in modo collegiale e sistemico”.

“Per quanto sopra descritto – si legge nella nota – questa decisione della scuola ci sembra con ogni evidenza una incomprensibile fuga in avanti, senza intelligenza per la complessità, senza alcuna rassicurazione, ad esempio, in merito alla riorganizzazione in materia di trasporti pubblici e di utilizzo delle palestre provinciali, senza dialogo, senza interrelazione con temi fondamentali come il trasporto pubblico locale, la compatibilità e integrazione degli orari scolastici con il traffico veicolare di tutta l’area di Via Libero Comune; manca anche un qualunque ragionamento sulla compensazione, con adeguate pause (unica possibilità ragionevole, per un indirizzo come l’Artistico,sarebbe il rientro pomeridiano) e l’accesso a un’alimentazione che non sia limitata alle vending machine”.

“Se questi studenti lasciassero la scuola per il lavoro – prosegue il comunicato della componente genitori del Consiglio di Istituto dell’I.I.S. Munari di Crema e delle 39 classi contrarie – non potrebbero per contratto lavorare sette ore senza una pausa di almeno trenta minuti. Uno scenario paradossale. Ne emerge una scuola che pensa solo a sé stessa, non al benessere fisico e mentale degli alunni. Una dirigenza che mostra prepotenza nelmetodo e disinteresse per gli effetti della propria decisione, mascherandola, questa volta, con una pseudo-ecologia che mortifica un tema che meriterebbe un approccio ben più serio. L’istituto scolastico “Munari” ha scelto di concedersi un giorno libero in più a settimana caricandolo,con una distribuzione arbitraria e iniqua, sulle spalle di famiglie e studenti, avvilendo ancor di più l’inclusione dei ragazzi disabili che già attualmente faticano a rimanere a scuola per tutto l’orario ordinario e così perderebbero ancora più ore scolastiche. Come se questi obiettivi fossero privi di significato, privi di diritto di compartecipazione, come se non fossero la ragione stessa dell’esistenza della scuola, il suo scopo”.

“Vogliamo subito chiarire che la quantità grottesca di vizi e storture del corretto processo democratico che abbiamo osservato e registrato – abbiamo fatto allegare al verbale del Consiglio di Istituto il riscontro dell’Assemblea di tutti i rappresentanti di classe dei genitori e dei rappresentanti d’Istituto (componente genitori) con l’esito dei sondaggi somministrati a tutte le classi per poter avere dei dati reali sul non consenso delle famiglie (su un totale di 58 classi, 39 contrarie alla settimana corta, 9 favorevoli, 1 pareggio, 9 astenuti/non rappresentati ) -saranno materia di approfondimento da parte nostra, insieme all’organizzazione di risposte pubbliche adeguate. Contiamo anche sugli alunni: trattati come pacchi logistici, senza un corpo, senza bisogni alimentari, energetici, mentali, psicologici. Una sorta di fordismo fuori tempo massimo, di “amazonizzazione” della scuola. Contingentata, accelerata, inanimata – chiude il comunicato – Tutto quanto le agenzie educative del nostro Paese dicono di aver appreso nella post-pandemia viene completamente ignorato: non possiamo permetterlo senza denunciare sgomenti l’accaduto e cercare con tutte le forze di impedirlo appellandoci a chiunque sia disposto ad ascoltarci”.

La risposta dell’istituto, tramite un comunicato, non si è fatta attendere:

“Il consiglio di istituto dell’IIS MUNARI ha dibattuto a proposito della richiesta di collaborazione della Provincia di Cremona finalizzata al risparmio energetico tramite una diversa articolazione dell’orario su cinque giorni anziché sui canonici sei giorni settimanali. Dopo aver consultato le raccomandazioni del Dipartimento della Funzione pubblica a tutte le amministrazioni pubbliche ad attenersi alle indicazioni contenute nella pubblicazione “Risparmio ed Efficienza energetica in Ufficio – Guida operativa per i Dipendenti” predisposta da ENEA e la nota dell’ USR Lombardia relativa alle azioni per il risparmio energetico e l’uso razionale e intelligente dell’energia negli uffici, il Consiglio di Istituto ha considerato il parere favorevole del Collegio Docenti dell’IIS Munari relativo all’articolazione su cinque giorni settimanali e preso atto sia del sondaggio effettuato dal 19/11/2022 al 30/11/2022 sul tema in questione rivolto a studenti, genitori e personale ATA sia dell’esito delle riunioni dei rappresentati di classe degli alunni e dei genitori”.

“Il Consiglio di Istituto ha pertanto constatato la necessità urgente di contribuire al risparmio energetico ed alla transizione ecologica così come richiesto dal Presidente della Provincia di Cremona e dal dibattito nazionale e internazionale pur nella necessità di garantire pienamente il diritto allo studio senza ovviamente modificare il monte-ore annuale delle ore di lezione indicate dalla normativa vigente. Al termine dell’analisi il Consiglio d’Istituto ha deliberato di adottare il piano organizzativo e l’articolazione oraria delle lezioni su cinque giorni dall’anno scolastico 2023/2024 con la finalità di consentire il minore dispendio energetico possibile, di ottimizzare i consumi di energia elettrica e gas da riscaldamento, di ridurre il traffico automobilistico del sabato, con conseguente riduzione dei livelli di anidride carbonica e partecipare attivamente al processo di transizione energetica ed ecologica”.

“E’ stata una decisione ampiamente dibattuta in tutte le sue conseguenze, soprattutto per l’impatto che essa avrà nell’organizzazione della didattica e più in generale, della vita di studenti, docenti, personale ATA e delle rispettive famiglie. Si è ad ogni modo voluto aderire alla richiesta del Presidente della Provincia di Cremona ed addivenire ad una decisione di responsabilità, presa in considerazione di una situazione di emergenza, in spirito di collaborazione di fronte ad oggettive difficoltà che riguardano non solo la nostra realtà scolastica ma l’intera collettività. Consci del fatto che ci sono momenti in cui si devono valutare ragioni contrapposte e ugualmente legittime, l’attuale decisione è pertanto sicuramente in linea con la sollecitazione all’attenzione sulle problematiche energetiche ed ambientali alle quali sono molto sensibili le nuove generazioni e dimostra che la transizione energetica ed ecologica, così importante per la vita del pianeta e dei suoi abitanti, non necessita di azioni eclatanti e trasgressive, ma, pur con qualche sacrificio da parte di tutti, di scelte consapevoli e conseguenti azioni coerenti e concrete”.

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