Cronaca

Il Munari adotta la settimana
corta: protestano genitori e studenti

Con una delibera del Consiglio di istituto approvata ieri con 11 voti favorevoli e 8 contrari l’IIS Bruno Munari, di cui fanno parte Liceo Artistico, Liceo delle Scienze Umane, Liceo Economico Sociale e Istituto tecnico grafica e comunicazione ha adottato la settimana corta che va da lunedì al venerdì, escluso il sabato, a partire dall’anno scolastico 2023/2024.

Una decisione che non tiene conto della maggioranza degli studenti e dei genitori che, in un‘assemblea del 12 gennaio scorso, si erano riuniti proprio in vista del consiglio di istituto nel quale avevano espresso la loro contrarietà alla settimana corta.

L’idea nasce da una proposta, non vincolante, del Presidente della provincia di Cremona, Mirko Signoroni, che, a novembre del 2022, aveva convocato e chiesto ai dirigenti una valutazione sulla fattibilità di adottare la settimana corta, ai fini di un risparmio energetico.

Da subito è stato chiaro a tutti i dirigenti che prima di decidere sulla modifica dell’orario scolastico era necessario avere garanzie sulla possibile riorganizzazione dei trasporti e delle palestre, spesso utilizzate il sabato.

Trovarsi a deliberare in tempi rapidi su temi così importanti e delicati che modificano sostanzialmente tempistiche e organizzazione familiare richiedeva un confronto e una maggiore riflessione. Di qui l’assemblea convocata con i rappresentanti dei genitori delle scuole appartenenti all’ Istituto Munari.

La contrarietà, verbalizzata al termine dell’assemblea, nei confronti della settimana corta è data dal fatto che, comprimendo l’orario dal lunedì al venerdì, gli studenti del Liceo Artistico e dell’Istituto tecnico sono costretti ad uscire alle ore 15: sette ore filate di lezione con due pause da 15 minuti. Mentre gli studenti del Liceo delle Scienze Umane e Liceo Economico sociale escono per lo più alle 14.

Fondamentale sarà capire se gli studenti provenienti da fuori città (e non sono pochi al Munari) possono contare sui mezzi di trasporto che li riportino a casa alle 15.

Si sono inoltre espressi dubbi sulla valenza educativa-didattica della proposta: quale attenzione e coinvolgimento possono avere i ragazzi nelle ultime due ore della giornata?

Nessuno istituto delle scuole superiori coinvolte dalla Provincia si è ancora pronunciato su questa proposta, mentre il dirigente del Munari, Pierluigi Tadi, sapendo di poter contare su un buon numero di insegnanti e del personale Ata a favore, ha voluto portare la delibera della settimana corta immediatamente in consiglio di istituto senza prendere in considerazione l’esito contrario dell’assemblea dei rappresentanti dei genitori e degli studenti.

I genitori però non ci stanno a questo modo di operare. Capiscono che faccia comodo a tutti stare a casa il sabato, ma non quando questa scelta calpesta il diritto degli studenti ad un trasporto adeguato che garantisca loro il ritorno e, soprattutto, un apprendimento consono alle capacità di assimilare. Sette ore filate di scuola non rispondono a queste esigenze. Si preannunciano iniziative di protesta.

S. G.

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