La commemorazione delle
Vittime delle Foibe a Crema
Una cerimonia per la commemorazione delle Vittime delle Foibe si è tenuta stamattina in piazza Istria e Dalmazia a Crema.
Istituito con la legge n.92 del 30 marzo 2004 secondo la quale «la Repubblica riconosce il 10 febbraio una giornata in cui conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle Foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale», il Giorno del Ricordo è stato celebrato con l’appuntamento in piazza Istria e Dalmazia, preceduto da un incontro in sala Alessandrini con gli studenti.
Alla fine della Seconda Guerra Mondiale in Istria, in Dalmazia e a Fiume ebbe luogo uno dei capitoli più bui della storia italiana del Secolo scorso: 350.000 italiani dovettero scappare e abbandonare la loro terra, la loro vita, incalzati dalle bande armate jugoslave. Decine di migliaia furono uccisi nelle Foibe o nei campi di concentramento. Una persecuzione perpetrata contro gli italiani della costa orientale dell’Adriatico. Per tanti le Foibe, cavità carsiche caratteristiche di quella terra, diventarono tombe comuni.
“È importante continuare a diffondere la conoscenze di questi drammatici fatti storici – dichiara il Sindaco Fabio Bergamaschi- per sensibilizzare la cittadinanza e soprattutto le giovani generazioni. Per il Giorno del Ricordo l’Amministrazione Comunale ha ritenuto opportuno predisporre un programma di eventi che, grazie alla presenza di testimonianze dirette, possa favorire una riflessione condivisa sul dramma che nel secolo scorso colpì migliaia di italiani e possa costituire uno stimolo a lottare contro ogni forma di violenza e sopraffazione”.
Il discorso è stato curato dal vicesindaco Cinzia Fontana che ha sottolineato come, 19 anni fa il Parlamento decise che era finalmente arrivato il momento di togliere il velo a un silenzio amaro e doloroso lungo quasi 60 anni che aveva gettato nell’oblio le vicende che si svolsero dal 1943 al 1947 in quel confine orientale che comprendeva l’Istria, Fiume e la Dalmazia: le torture, la prigionia, i campi di lavoro forzati e l’orrore dei molti italiani morti nelle foibe, profonde voragini naturali carsiche in cui le vittime venivano scaraventate e inghiottite, a volte ancora in vita. In sostanza il Parlamento decise che era finalmente arrivato il momento di sanare le ferite di un dramma per troppo tempo negato. Era, insomma, arrivato il momento affinché le pagine, anche le più dolorose, della nostra storia recente non venissero lasciate in bianco ma entrassero invece a far parte di quella memoria collettiva e condivisa che rappresenta la condizione preliminare per la pacifica convivenza di una società civile.
Cinzia Fontana ha sottolineato più volte come la memoria collettiva sia un diritto ed un dovere per l’intera comunità, un filo che il Comune di Crema, accompagnati dal lavoro sapiente delle scuole e delle associazioni, sanno intrecciare attraverso una serie di iniziative, di incontri e di progetti, grazie ai quali si uniscono generazioni, si mischiano saperi, si condividono pensieri, emozioni, testimonianze e riflessioni.
Il 10 Febbraio è dunque una giornata di ricordo. Ma è soprattutto un monito, per il presente e per il futuro. Un monito contro l’intolleranza, contro tutte le guerre, contro le dittature e contro ogni tentativo di nascondere la verità, perché la democrazia ha sempre bisogno di verità.
“Siete voi, ragazze e ragazzi, il nostro punto di riferimento e fonte di fiducia per un futuro di pace e diritti – conclude il vicesindaco – La vostra conoscenza dei fatti e la vostra sensibilità sono il terreno fertile su cui far crescere i valori etici e civili della convivenza e far prevalere il rispetto sull’odio e sull’indifferenza. Oggi quelle terre al confine orientale dell’Italia, a distanza di tanti decenni, sono per fortuna pacificate. E mi emoziona pensare che tra due anni proprio lì, proprio quelle terre, potranno avvicinarsi ancora di più, grazie alla scelta dell’Unione europea di individuare congiuntamente Gorizia in Italia e Nova Gorica in Slovenia come “capitale europea della cultura 2025”. Europa e cultura. Questo è uno dei modi migliori, ne sono convinta, per rendere omaggio alle tante vittime di quel tragico periodo”.