L'editoriale

Qualità dell'aria, è importante
riconoscere i passi avanti

L’aria di Cremona, della Lombardia e dell’intera Pianura Padana è malata. Lo certifica l’ultimo report “Mal’aria” di Legambiente, relativo all’anno 2022. Dove sta la notizia, potrebbe chiedersi il lettore? In effetti, ormai da decenni le analisi sull’inquinamento atmosferico dell’area padana sono impietose, specialmente se si utilizzano come riferimenti i parametri indicati come ottimali dall’Organizzazione mondiale della sanità.

La notizia, quindi, a ben vedere, si nasconde nel confronto tra i dati dello scorso anno e quelli degli anni precedenti. Questo raffronto, infatti, permette di evidenziare ed apprezzare un miglioramento della situazione che non può essere considerato soddisfacente ma accende qualche speranza.

Prendiamo proprio il caso di Cremona. Nel 2022 le centraline della città hanno rilevato il superamento dei limiti per le Pm 10 – le temute polveri sottili responsabili di malattie cardiovascolari e patologie oncologiche – in 67 giorni su 365. Il limite fissato dalla legge italiana è di 50 µg/mc da non superare per più di 35 volte nel corso dell’anno. Cremona quindi è fuori legge, e questo è un dato di fatto. Peraltro nel 2022 il numero di giorni di superamento è aumentato rispetto al 2021, quando furono 61. Eppure basta controllare i dati degli anni precedenti per vedere come la situazione sia in deciso miglioramento: nel 2020, infatti, nonostante il lockdown, i giorni “fuori legge” sono stati 78, nel 2019 ben 112 e nel 2018 addirittura 178. Cremona quindi non è più ai primissimi posti di questa triste classifica, ma è settima, superata non solo da grandi centri come Torino (98 sforamenti nel 2022), Milano (84), Padova e Venezia (70), ma anche da capoluoghi di provincia più piccoli come Asti (79) o Modena (75).

Sono numeri che fanno riflettere e che indicano, almeno, un’inversione di tendenza, peraltro presente su tutto il territorio regionale. Infatti, nel 2022, sempre per quanto riguarda le Pm 10, in tutte le stazioni del territorio lombardo è stato rispettato il valore limite medio annuo: Cremona si è fermata a 35 µg/mc (il massimo consentito dalla normativa è 40). Inferiore al limite previsto, nel 2022, è stato anche il valore medio delle Pm 2,5, pari a 23 µg/mc per Cremona contro un massimo consentito di 25. Situazione in miglioramento anche per il biossido di azoto (un gas irritante che può avere gravi effetti sul sistema respiratorio), con il dato cremonese del 2022 che è il più basso di sempre per la nostra città: 23 microgrammi per metro cubo. Il valore da raggiungere entro il 2030, alla portata, è di 20 µg/mc.

Va tutto bene? Siamo tutti assolti e tutti bravi? Privati cittadini, industrie, agricoltori, istituzioni pubbliche? Non c’è nessun problema? Ovviamente non è così ed i report annuali diffusi da organizzazioni come Legambiente sono utilissimi per fare il punto sulla situazione e per continuare a denunciare un inquinamento dell’aria che, come ormai è dimostrato, ha effetti gravissimi sulla nostra salute. Ma è importante che questi rapporti siano letti con attenzione, proprio per evidenziare i miglioramenti che ci sono stati e per incentivare nuovi percorsi virtuosi. Solo riconoscendo le situazioni con oggettività, infatti, potremo continuare a motivare ogni singola persona lungo la strada del cambiamento. Altrimenti prevarrà lo scoramento, altrimenti saremo legittimati a pensare che gli sforzi fin qui realizzati dal pubblico e dal privato (con una volontà politica chiara sia a livello regionale che comunale e con investimenti significativi da parte delle imprese) non servano a nulla e che tanto Cremona e la Lombardia avranno per sempre l’aria inquinata.

Se è vero che il cambiamento parte dal comportamento individuale, è importante sottolineare che le decisioni prese negli ultimi anni sono servite: le scelte normative effettuate dalla Regione e dai Comuni, l’innovazione in agricoltura, gli investimenti per ridurre le emissioni delle industrie, insieme ad una coscienza ambientale totalmente differente rispetto al passato stanno iniziando a dare risultati. Non basta? Probabilmente no, ma se non riconosciamo neppure i piccoli passi non saremo mai capaci di correre.

Guido Lombardi

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