Mantovani, FdI: "Non sarà più
la Lega a guidare la Regione"
Fratelli d’Italia porta a Cremona due senatori e un’onorevole per sostenere la candidatura di Marcello Ventura, consigliere comunale nel capoluogo di lungo corso e per un mandato anche consigliere provinciale e Valentina Bagnolo, assessore a Rivolta d’Adda, due dei quattro candidati cremonesi alle prossime elezioni regionali. Due esponenti del mondo delle professioni, lui assicuratore, lei imprenditrice.
In un teatro Monteverdi senza più posti a sedere, domenica pomeriggio, nel capoluogo c’erano Mario Mantovani, ora parlamentare, ma con un lungo passato in politica: europarlamentare, consigliere e poi assessore regionale alla Sanità, sindaco di Arconate per quattro mandati. E poi Renato Ancorotti, l’imprenditore cremasco eletto al Senato lo scorso settembre e, fresca di nomina anche lei, la deputata Cristina Almici, già sindaco di Bagnolo Mella ed ora vicesindaco nel paese bresciano, membro della commissione Agricoltura.
Folta la partecipazione, tra amministratori comunali e simpatizzanti, ma anche diversi volti noti del centro destra cremonese, non necessariamente iscritti al partito di Giorgia Meloni: da Fabio Bertusi, che ha introdotto gli ospiti, a Mino Jotta, a cui Mantovani si è rivolto amichevolmente: “Cosa aspetti a passare da Forza Italia a Fratelli d’Italia?”; dal consigliere provinciale Matteo Gorlani, all’ex segretario cittadino di Fi Carlalberto Ghidotti, da tempo ritiratosi dalla politica attiva; da Giacinto Boldrini, già nel Partito Pensionati, a Ferruccio Giovetti, altro moderato momentaneamente ritiratosi dalla politica. Ad introdurre gli ospiti, il coordinatore di Circolo di FdI Paolo Abruzzi, in un tardo pomeriggio iniziato con l’inno di Mameli.
Una Regione a trazione Fratelli d’Italia, quella che verrà se vincerà il centrodestra, questo ha detto chiaramente il senatore Mantovani, “perchè saremo noi ad avere la maggioranza dei consiglieri. Non sarà più la Lega a governare pur avendo il presidente, che noi voteremo per stima e per fiducia, ma sarà Fratelli d’Italia. Ecco perchè Cremona deve imparare a fare bene i conti in casa propria e cercare di mandare qualcuno che li rappresenti al meglio. Ogni provincia ha il diritto di rappresentare la propria terra”.
E a rimarcare l’ondata di novità che FdI si prepara a portare in Regione, Mantovani parte dal settore più caldo, quello su cui il Governo uscente presta il fianco alle maggiori critiche da parte di tutte le opposizioni, la sanità: “Io non ho votato la riforma Maroni. La Sanità dal 2013 ad oggi ha avuto una evoluzione in discesa. Non posso chiamare un ospedale lombardo perchè ho necessità di fare una visita urgente e sentirmi dire ‘venga a luglio dell’anno prossimo’. E siccome la sanità è un bene primario sancito dalla Costituzione, le regioni hanno il principale dovere di offrire un sistema sanitario di qualità”. La riforma Maroni – questo in sintesi il pensiero – ha trasformato le Asst in qualcosa di diverso da quello che un ospedale dovrebbe fare, limitando al tempo stesso fortemente la medicina territoriale. Critiche anche alla gestione della sanità di Letizia Moratti, che ha utilizzato il Pnrr varando “queste case della salute e questi ospedali di comunità che distano 20 km dal Comune. Ma un anziano di 80 anni, come può raggiungere il suo medico di famiglia? Tutto questo non fa parte di un progetto. Noi puntiamo sui medici di medicina generale, facendo sì che diventino il primo presidio sanitario, il cui ruolo non è prescrivere le ricette e poi mandare i paziente a fare le code”.
Dunque serve una nuova riforma: “Che l’ospedale faccia l’ospedale e che la medicina territoriale faccia quello che deve fare il medico di famiglia”, con una provocazione: “Arrivo quasi a dire, sfidando anche i sindacati, che anche un medico di medicina generale potrebbe diventare dipendente di regione Lombardia”, al pari degli ospedalieri, insomma, per vincolarli maggiormente al rispetto di orari e prestazioni.
Forte anche l’accento sulle politiche a favore della famiglia con la proposta di insediare un assessorato ad hoc, “perchè è lì che noi vediamo le radici della crescita della società”, scindendo quindi queste politiche da quella classiche dell’assistenza sociale e del disagio.
Mantovani si è poi rivolto ai giovani amministratori “che sacrificano la loro vita alla politica e non devono temere una mala giustizia come purtroppo è successo a me. Vengano avanti ministri come Nordio, facciamo la riforma della Giustizia”, ha detto strappando applausi. Poi un richiamo al fattore novità portato da Giorgia Meloni: “Il 25 settembre scorso è successo qualcosa di straordinario in Italia: una donna a capo del governo e una donna capace, volonterosa e coerente”.
Regione Lombardia non è un dettaglio, è la prima Regione d’Italia, dove si produce il 22% del Pil italiano, ha detto ancora, esaltando il valore del lavoro e criticando il reddito di cittadinanza. “Deve prenderlo chi ha bisogno, ci mancherebbe, ma è mai possibile alimentare la volontà di un giovane a star seduto sul sofà dalla mattina alla sera prendendo lo stipendietto dello Stato? Abbiamo bisogno di mandare in Regione candidati capaci, gente che ha già avuto a che fare con l’amministrazione, perchè solo così che si possono portare in Regine le istanze della gente”.