Cultura

Cattolici e politica: a Crema
il prof. Giovagnoli

Interessante incontro giovedì sera presso l’Oratorio SS Trinità, su un tema poco dibattuto, ma rilevante qual è quello dell’impegno dei cattolici in politica. L’iniziativa promossa dalla Pastorale sociale e del lavoro della Diocesi ha ospitato il prof. Agostino Giovagnoli, il quale nonostante le condizioni meteo che non hanno favorito una più ampia partecipazione, ha interessato i presenti, tra i quali storici rappresentanti locali della Democrazia Cristiana, stimolando numerosi interventi.

Nella sua introduzione, Angelo Marazzi, presidente della Commissione per la Pastorale sociale e del lavoro, ha ricordato lo scioglimento della Democrazia Cristiana, che sul piano politico ha segnato la fine del riferimento unico per i cattolici nelle Istituzioni. Dopo il ’92, i cattolici in politica si sono distribuiti in varie formazioni, in entrambi gli schieramenti della seconda repubblica, non sempre riconducibili ai valori propri della dottrina sociale della chiesa, fino ad arrivare ai giorni nostri, con una presenza che se si dovesse guardare solo alle percentuali, potrebbe suggerire una sorta di irrilevanza nella vita politica. “Cattolici e politica, un’assenza che pesa”, titolo provocatorio, quello dato alla serata, commenta Marazzi, prima di cedere la parola alle riflessioni dell’illustre relatore. Curriculum importante quello di Agostino Giovagnoli, Ordinario di storia contemporanea all’Università Cattolica del Sacro Cuore fino al 1993, docente che ha approfondito i rapporti tra Stato e Chiesa e la storia delle relazioni internazionali, già presidente SISSCo (Società Italiana per lo Studio della Storia Contemporanea), componente del comitato scientifico del programma Rai, “Passato e presente”, editorialista di “Avvenire”, membro della Comunità di Sant’Egidio e impegnato nel dialogo interreligioso.

Per il relatore della serata, l’assenza dei cattolici nella politica dei giorni nostri pesa, ma non tanto per il mondo cattolico stesso, quanto per il Paese, il dibattito pubblico, le Istituzioni. Per Giovagnoli, non si può parlare di irrilevanza dei cattolici nella vita pubblica, perché nei diversi partiti, spesso ci sono candidati che presentano una biografia risultato di un percorso formativo che proviene da quel mondo. “Guardiamoci intorno a noi, ma non facciamo confronti con il passato”, dice il prof. Giovagnoli, riproponendo la questione su basi nuove. “Oggi quali sono i grandi eventi cui siamo chiamato a confrontarci – si chiede Giovagnoli – la guerra in Europa, i rifugiati in giro per il mondo, il tema dell’energia, l’inflazione”. Su questi temi, che invece dovrebbero suscitare grande interesse tra chi fa politica, Giovagnoli sottolinea i limiti della classe dirigente e politica in generale di questo Paese, che non sembra essere all’altezza dei tempi e dei bisogni che il mondo attuale esprime. Giovagnoli nella sua relazione, parla anche di Papa Francesco, e di ciò che rappresenta non solo per il mondo cattolico, ripercorre la storia dei cattolici in Italia, delle scelte di don Sturzo e di De Gasperi, dell’identità e dell’autonomia della Democrazia Cristiana.

La politica e le scelte, si chiede il relatore parlando dell’attualità internazionale, rispetto al conflitto tra Russia e Ucraina: “A cosa serve la politica? Ad esempio, a dare una prospettiva alla pace, ora”, risponde il docente universitario. E poi, torna sul tema dell’integrazione europea, e del contributo significativo dei cattolici, dal dopoguerra agli anni duemila, alla costruzione dell’Unione Europea.

La chiusura dell’intervento dello storico, è dedicata al tema dell’unità e della rappresentatività: “Unità è saper discutere fra cattolici che la pensano diversamente, perché qualcosa che li unisce ci sarà”, commenta Giovagnoli, auspicando che si possa tornare a parlare di politica nelle parrocchie, partendo da valori e orizzonti comuni. Nelle conclusioni, e nei diversi interventi dei presenti, emergono l’importanza delle scuole di formazione politica, ma anche le preoccupazioni per il presente: un periodo di crisi della democrazia, che è anche crisi del senso di comunità, con la consapevolezza che “c’è ancora una certa ricchezza di pensiero e sensibilità, quella del mondo cattolico, che non deve andare perduta”, conclude il prof. Giovagnoli.

Ilario Grazioso

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