Cronaca

L’opzione "biomedica"
del Galilei di Crema

Si è svolta ieri pomeriggio in Sala Alessandrini, la conferenza promossa dall’Istituto Galilei di Crema per fare il punto sulla sperimentazione attiva da qualche anno, del percorso “Biologia con curvatura biomedica”: la possibilità per gli studenti che volontariamente decidono di aderire, dal terzo anno del Liceo Scientifico opzione Scienze Applicate, di entrare a far parte di un percorso innovativo, che vede il Galilei tra le scuole individuate con avviso pubblico dal ministero nel 2020 (In provincia, attivo anche all’Aselli di Cremona, ndr). All’iniziativa coordinata dalla dirigente del Galilei, Paola Orini, sono intervenuti il presidente provinciale dell’Ordine dei medici, Gianfranco Lima, il coordinatore medico della sperimentazione, Fabrizio Mauri, la dirigente dell’Ufficio Scolastico Territoriale di Cremona, Filomena Bianco e numerose personalità istituzionali del territorio, dal presidente della Provincia di Cremona, Mirko Signoroni, all’assessora all’Istruzione Emanuela Nichetti, al consigliere regionale Matteo Piloni, alla direttrice generale dell’Asst Ospedale Maggiore di Crema, Ida Ramponi. Nella sua introduzione la dirigente Orini ha ricordato la lungimiranza nel portare avanti questa opzione da parte della dirigente che l’ha preceduta, del collegio docenti e del consiglio d’Istituto, fin dal primo progetto interno, con gli “Incontri di Biomedicina”. Una sperimentazione che trae origine da un accordo quadro tra ministero dell’Istruzione e Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici, e che si pone quale finalità quella di appassionare gli allievi allo studio della biologia e della medicina, strutturando solide competenze propedeutiche al superamento dei test di ammissione alle facoltà di medicina. “L’obiettivo futuro è quello di andare oltre la sperimentazione” ha detto la dirigente Orini, volgendo lo sguardo verso la possibilità di trasformare il percorso da sperimentale, a ordinamentale, qualora l’evoluzione normativa lo dovesse consentire. Nell’intervento del presidente provinciale dell’Ordine dei medici, Gianfranco Lima, la prospettiva della curvatura biomedica è quella di fornire risposte concrete alle esigenze di orientamento post-diploma degli studenti, richiamate anche dalla dirigente UST Cremona, per facilitarne le scelte universitarie e professionali. Attraverso la previsione di centocinquanta ore di lezioni frontali e sul campo nel triennio conclusivo, l’obiettivo è quello di capire, sin dalla terza liceo, se gli studenti aderenti alla sperimentazione, abbiano le attitudini a frequentare facoltà in ambito sanitario e medico. Lo scopo del programma biomedico infatti è proprio quello di fornire una preparazione adeguata per sostenere e superare test di ingresso alla facoltà di medicina, sebbene come ha ribadito lo stesso presidente Lima, l’auspicio per il futuro è quello di un cambiamento delle modalità di accesso a medicina, prendendo in considerazione proprio la valutazione dei tre anni di questo percorso biomedico, quale canale preferenziale. Da parte sua, la dirigente Bianco ha evidenziato come la sua presenza a Crema, oltre a rafforzare l’amicizia con la dirigente Orini, testimonia l’attenzione verso percorsi come questo del Galilei: “Noi ci crediamo, anche perché può rappresentare il punto di svolta nella carriera successiva dei nostri studenti”, ha commentato la dirigente del Provveditorato.

Anche al Galilei di Crema, il percorso sperimentale riproduce il modello adottato dalla scuola capofila, il Liceo Scientifico “Leonardo da Vinci” di Reggio Calabria, con una struttura flessibile articolata in periodi di formazione in aula e in periodi di apprendimento attraverso didattica laboratoriale, pur con tutte le difficoltà emerse anche nel recente passato, causa pandemia. Per il coordinatore medico Mauri restano le difficoltà operative per l’accesso in ospedale, di studenti del terzo o quarto anno di scuola superiore, “ma quando possibile, qualcosa si potrebbe fare”, aggiunge, pur evidenziando la necessità di smussare l’impostazione delle lezioni, calibrandole all’età ed alla formazione degli studenti.

Cinquanta le ore annuali extracurricolari proposte nel triennio conclusivo del liceo, che coinvolgono numerosi medici di diverse specialità, coordinati da Fabrizio Mauri, come ha specificato la docente Paola Guerci: 20 ore tenute dai docenti di scienze dell’Istituto, 20 dai medici indicati dall’Ordine provinciale; 10 presso strutture sanitarie, ospedali, laboratori di analisi. I nuclei tematici del primo anno sono diversi: dall’apparato tegumentario, muscolo-scheletrico, cardiovascolare, al tessuto sanguigno e al sistema linfatico. In chiusura, la preside Orini ha voluto rimarcare un altro aspetto fondamentale di questo tipo di percorso, che deve prestare l’attenzione e l’interesse anche ai temi etici, perché le professionalità che operano in ambito sanitario ed ospedaliero hanno a che fare con le persone, che in quanto tali vanno trattate, e non come semplici utenti o numeri.

Ilario Grazioso

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