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Cronaca

Arrestato il boss che parlò di
"sostegno" al sindaco di Rivolta

Sgroi: "Dichiarazioni millantanti.
Andrò per vie legali per tutelare me
e l'Amministrazione che dirigo"

La Polizia di Stato di Milano, coordinata dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo lombardo, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di diverse persone ritenute responsabili, a vario titolo, di diversi reati tra cui l’associazione a delinquere di stampo mafioso e traffico di sostanze stupefacenti. Le indagini hanno fatto emergere le attività della Locale di ‘ndrangheta di Pioltello, feudo indiscusso delle famiglie Maiolo e Manno. I reati contestati, oltre all’associazione a delinquere e al traffico di stupefacenti, sono quelli di tentata estorsione, tentato omicidio, ricettazione, porto illegale di armi, furto aggravato, detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, intestazione fittizia e coercizione elettorale, usura, tutti aggravati dalle modalità mafiose.

Da quanto riportato dall’Ansa, il presunto boss Cosimo Maiolo, tra gli arrestati di oggi, ha tirato in ballo anche le elezioni di Rivolta d’Adda, dichiarando di aver sostenuto anche la candidatura a sindaco di Giovanni Sgroi, che non è indagato, che ha effettivamente vinto le elezioni per il centrodestra. Come si legge nell’ordinanza del gip Fabrizio Filice, Maiolo si sarebbe “vantato di aver conosciuto Sgroi attraverso un amico”, aggiungendo che “il candidato sindaco di Rivolta si sarebbe recato più volte a casa sua per chiedere sostegno alla sua campagna elettorale”. In tono scherzoso ha aggiunto di aver chiesto a Sgroi “cosa avrebbe fatto in caso di vittoria alle elezioni”, e questi gli avrebbe “ironicamente” risposto che gli “avrebbe affidato l’incarico di recupero crediti per conto del Comune, dimostrando quindi di conoscere perfettamente i trascorsi criminali” del presunto boss.

Sentito in merito, il sindaco ha respinto tutte le illazioni. “Avrò visto mille rivoltani in campagna elettorale”, ha detto. “Avrò anche scambiato qualche battuta, ma primo non è che conosco la vita di tutti quelli che incontro per strada, specialmente in politica, secondo non credo che possa essere spacciato per amico, viste le dichiarazioni millantanti nei miei confronti. Adiró necessariamente a vie legali per tutelare il mio buon nome e quello della amministrazione che dirigo”.

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