Cronaca

Borse di Studio Industriali, Allegri: "Terremoto
demografico, il Governo agisca in fretta"

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Sono 139 le borse di studio consegnate questa mattina dall’associazione Industriali di Cremona ai figli meritevoli dei dipendenti delle aziende associate. Gremita come sempre la platea del Ponchielli, dove i ragazzi, tutti iscritti alla scuola superiore con una media tra l’8 e il 10 nello scorso anno scolastico, oltre a 5 universitari, hanno ricevuto il premio di 300 euro ciascuno dal presidente degli Industriali Allegri, oltre che dai rappresentanti delle singole aziende che hanno voluto in questo modo ricordare un famigliare scomparso.

Nel suo intervento iniziale, lo stesso Allegri ha declinato il concetto di sostenibilità – oggi tanto di moda – dal punto di vista sociale e demografico: un termine che significa soddisfare i propri bisogni senza intaccare quelli delle generazioni che arriveranno. Poco o quasi mai si parla di sostenibilità generazionale – ha detto –  l’Italia deve tornare ad essere un Paese per i giovani perchè oggi siamo di fronte a un vero terremoto demografico. Se il crollo delle nascite non verrà arrestato, nel 2050 il paese perderà 5 milioni di abitanti, 2 milioni di giovani, solo una persona su due sarà in grado di poter lavorare.

“Il luogo comune – ha continuato il Presidente –  è che bisogna convincere le persone a fare figli, invece è proprio l’opposto: bisogna che si creino le condizioni per cui le persone e in particolare i giovani siano non disincentivate a fare figli e rimuovere  gli ostacoli che impediscono, a chi vuole, di avere bambini”. Un impegno che coinvolge tutti e che richiede tempi rapidi, perchè “un processo di inversione demografica richiede 20 anni”.

Il problema demografico deve essere una priorità del nuovo Governo, ma non si tratta solo di denatalità. Rivolgendosi alla fascia anagrafica dei ragazzi premiati questa mattina, “le nuove generazioni sono il patrimonio su cui investire. Tra i giovani tra i 15 e 29 anni il 23% non studia né lavora. I più bravi tra gli altri, lasciano il nostro Paese. La cosa che mi fa riflettere è che qui siamo a Cremona, Lombardia, uno dei territori più industrializzati del mondo, da un lato ci sono imprese che cercano risorse umane e dall’altro ci sono giovani che decidono diversamente. Un controsenso che stride, e la colpa non è né dei ragazzi né delle imprese. Oggi emergono tutti i limiti delle politiche degli ultimi decenni del Paese. Tutto è interconnesso e tutti hanno la possibilità di cogliere le occasioni là dove vengono offerte e l’estero evidentemente è più attraente. Fintantoché non si darà reale valore al merito, dimostrando coi fatti che nel nostro Paese chi si impegna ha il diritto a pensare di potere ottenere di più, sarà come cercare di fermare il vento con le mani”.

Occorre far comprendere alle giovani generazioni che “la qualità del loro futuro può cambiare se si impegnano nel presente” e insiste sul concetto di  “dimostrare con i fatti che il nostro Paese può offrire un vero ascensore sociale a chi se lo merita, proprio come è successo nel passato”.

Allegri ha poi ricordato i fronti sui cui l’Associazione sta operando per favorire questi processi: con le attività di orientamento e conoscenza del mondo delle imprese del Gruppo Giovani; con la fondazione Next generation di cui è socio fondatore; con i contributi agli Its (la formazione tecnica superiore) e “le tante iniziative silenziose delle nostre aziende”.

Al nuovo governo gli Industriali chiedono riforme che “rendano la nostra  una società più inclusiva, occorre rimuovere i vincoli che impediscono la piena partecipazione dei giovani e delle donne al mondo del lavoro, occorre trovare soluzione al conflitto tra generazioni, risolvere l’immobilismo sociale, e soprattutto evitare la fuga delle risorse umane”. Allegri ha qui ricordato l’incredibile costo economico della fuga dei cervelli all’estero, già citato lo scorso anno: “Ogni famiglia spende per far studiare i figli fino a 25anni, circa 165mila euro; altri 18mila vengono spesi dallo Stato; ogni anno 80mila giovani che hanno finito di studiare lasciano il nostro Paese. Da un puro punto di vista contabile il danno è di 20 miliardi all’anno. Ma la vera perdita è che questi giovani formati in Italia, i migliori, favoriranno la crescita dei Paesi in cui andranno, Paesi che non hanno investito un euro nella loro crescita”.

“Bravi, anzi bravissimi, e non mollate. Questa cerimonia va vissuta come stimolo e incoraggiamento”, la conclusione di Allegri, appena prima di dare avvio alla consegna dei premi. gbiagi

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