La storica “Panetteria Bonizzoni”
di Pianengo sospende l’attività
A Pianengo la storica “Panetteria Bonizzoni” ha deciso di sospendere l’attività per via degli eccessivi costi. La famiglia comunque non esclude una futura riapertura di quella che è un’attività riconosciuta dalla comunità cremasca da oltre cento anni e cinque generazioni
Un’altra attività storica del territorio è costretta a chiudere per via dell’aumento dei costi. Tra prezzi delle materie prime e rincari energetici, anche la “Panetteria Bonizzoni” di via Indipendenza a Pianengo ha dovuto prendere questa dura decisione.
La storica panetteria è stata per anni un punto di riferimento per il territorio cremasco, il fondatore Paolo Angelo Bonizzoni infatti iniziò con le prime attività nel lontano 1912. Più di cento anni di passione e vicinanza alla comunità, 5 generazioni della famiglia Bonizzoni al fianco dei cremaschi e non solo.
La famiglia parla di sospensione, non è detto che in futuro non si possa ripartire, ma ad oggi questa è stata la decisione presa. La panetteria, che dal 1999 si trova in via Indipendenza, cesserà l’attività il prossimo 28 dicembre ed ha ringraziato i clienti che si sono dimostrati fedeli nei loro confronti.
Davvero emozionante anche il post di Agostino Alloni, politico molto riconosciuto dalla comunità ed ora in pensione, che ha voluto ricordare su Facebook gli anni trascorsi da cliente della Panetteria Bonizzoni, ricordando quando ancora si chiamava “Da Cilia”.
Il ricordo più sentito è quello di Agostino Alloni, politico molto riconosciuto dalla comunità ed ora in pensione, che scrive su Facebook:
“Cinquantatre anni sono tanti.
Avevo 14 anni quando mia madre chiese al prestiner “da Cilia “, della famiglia Bonizzoni di portare il pane a domicilio. 53 anni sono tanti e per sei giorni alla settimana ci hanno consegnato il pane. Dapprima 5 rosette al giorno, da almeno 8 anni una sola rosetta. Ma loro non hanno mai sbagliato una volta.
Perché lo scrivo oggi? Perché hanno deciso di fermarsi: l’attività si ferma! “Cilia” a Pianengo c’è sempre stata, per me. Avevo 5 anni e mi ricordo che ci andavo a prendere i “bruttibuoni” e le mentine. C’erano dei bussolotti sul bancone, tu ci mettevi dentro le mani e prendevi le tue mentine, e pagavi 10 lire, allora era così.
Sul sacchetto del pane c’è scritto, ancora oggi, Paola, che è il nome di mia mamma; non importa se mia mamma non ci sia più da 17 anni esatti. Anche il “libretto della spesa” riporta il nome di mia madre, la data del primo conto è del 1999, 23 anni fa. Quattro generazioni mi hanno portato il pane. Tutti i giorni. Ho provato fare il calcolo: 16 mila volte, sotto il sole di ferragosto, sotto la neve di dicembre e la pioggia di Aprile loro ci sono sempre stati. Mi viene da dire solo GRAZIE. E aggiungo una riflessione: ok, non possiamo evitare Amazon, non possiamo non tenere conto dei centri commerciali; ma i negozi di vicinato vanno valorizzati, vanno sostenuti, vanno frequentati. Sono un pezzo della nostra storia, sono una parte del nostro futuro, specie nei piccoli comuni come i nostri”.