Delegazione FAI Crema
alla scoperta del Barbelli
Alla grande tela di Gian Giacomo Barbelli, la pala con San Michele e la liberazione di san Pietro dal carcere, dipinta per l’altare di san Michele dell’Oratorio di San Rocco a Offanengo, risalente al 1622, ed al cinquecentesco Oratorio che la custodisce da secoli, è stato dedicato l’ultimo appuntamento dell’anno, organizzato dalla sempre più attiva Delegazione FAI di Crema, in collaborazione con la Pro Loco e il Museo della Civiltà contadina di Offanengo e grazie all’ospitalità del parroco, don Gian Battista Strada. Come hanno ricordato in apertura, Annalisa Doneda Capo Delegazione FAI Crema e il presidente del Museo Valerio Ferrari, l’iniziativa ha inteso celebrare proprio a Offanengo, la ricorrenza dei 400 anni dell’opera concludendo la serie di visite alle opere del Barbelli, il più importante pittore seicentesco cremasco, nato a Offanengo nel 1604. L’evento promosso dal FAI è stata anche un’occasione per il Museo della Civiltà contadina, di ribadire il ruolo che un museo è chiamato a svolgere, quale promotore di momenti di riappropriazione e conoscenza del proprio patrimonio, materiale e immateriale, e quale mediatore culturale di saperi da raccogliere, conservare e tradurre in motivi di comunicazione a favore di un pubblico curioso e partecipe. Protagonista dell’incontro lo storico dell’arte Cesare Alpini, profondo conoscitore della pittura cremasca, che ha coinvolto il numeroso pubblico che gremiva la chiesa con una narrazione, coinvolgente e ricca di spunti comparativi, relativa alla storia della piccola chiesa di san Rocco e del suo interessante ciclo di affreschi nella zona absidale, riconducibile a pittori anonimi, attivi anche nel santuario della Pallavicina a Izano. Anche a Offanengo, l’Oratorio di san Rocco è testimone della devozione del santo taumaturgo nei decenni a cavallo fra XV e XVI secolo, segnati da ripetute epidemie di peste, e attestata dai molti edifici sacri a lui dedicati nel Cremasco. Già in fase di costruzione nel 1514, ma completato e decorato più tardi, l’Oratorio di Offanengo è stato specificato nel corso dell’incontro, rappresenta uno degli esempi più significativi di questa classe di edifici, le cui forme architettoniche evidenziano analogie con il Santuario della Misericordia e la Parrocchiale di Castelleone, ma anche con la chiesa di Santo Spirito e Santa Maria Maddalena a Crema. Lo storico Alpini ha poi accompagnato il pubblico nella lettura analitica della pala d’altare di Barbelli, descrivendo i personaggi raffigurati e le diverse caratterizzazioni, ricordando il ruolo di Giovan Pietro Palotto, mercante che curò forse il completamento della decorazione della chiesa e lasciò nel suo testamento del 1611, disposizioni sulla fondazione del beneficio e dell’altare di San Michele, per il quale sarebbe stata poi dipinta la pala.
A conclusione della conferenza i visitatori hanno potuto avvicinarsi alla pala, agli affreschi e alla piccola sagrestia e visitare nel Museo della Civiltà contadina, la sezione dedicata alla produzione delle terrecotte.
i.g.