Cronaca

La riapertura del Rifugio San
Martino con il vescovo Gianotti

È stato riaperto domenica scorsa, con un momento di preghiera guidato dal vescovo Daniele, il “dormitorio” Rifugio San Martino, che la diocesi di Crema da undici anni mette a disposizione di persone senza una fissa dimora, per dare un riparo dai rigori delle notti durante l’autunno-inverno.

Nel suo breve intervento a commento del brano del Vangelo e di quello dal messaggio di papa Francesco per la VI Giornata mondiale dei poveri che si celebrerà domenica 13 novembre prossimo, prendendo spunto dal Salmo 118 il vescovo ha focalizzato l’attenzione sull’invocazione “fammi vivere”, che viene ripetuta per ben tre volte in quanto “preghiera fondamentale”. Sulla quale si fonda la nostra relazione con Dio, ma anche con gli altri, perché è aiutandoci reciprocamente a vivere che ci possiamo rivolgere a colui che ci conduce alla vita.

Nel ringraziare i colleghi operatori della Caritas e i volontari che coadiuvano nella gestione, il referente del servizio Massimo Montanaro ha augurato che “per tutti quest’esperienza sia occasione di crescita, perché non è solo un ospitare fisicamente, ma anche un accogliere, stabilendo relazioni”.

Presso il “dormitorio” – allestito al primo piano del Centro diocesano in via Civerchi e che resterà aperto fino ad aprile – oltre all’accoglienza notturna, dalle ore 20 alle 22, con doccia obbligatoria per l’accesso, agli ospiti viene offerta la colazione ed eventualmente anche il pasto di mezzogiorno; servizio, questo, ormai garantito durante tutto l’anno.

“Fondamentale – ha sottolineato il direttore della Caritas diocesana, Claudio Dagheti, nel ribadire che è da ormai undici anni che la Chiesa di Crema si fa prossima in maniera concreta agli ultimi – è intessere relazioni con queste persone che vivono in strada, per dare l’opportunità, a chi la vuol cogliere, di uscire dalla situazione di bisogno, venendo ‘preso in carico’ e accompagnato in un percorso più strutturato all’interno dei progetti di accoglienza e di reinserimento sociale della Casa della Carità.”

Al momento di preghiera, al quale hanno partecipato diversi cittadini, oltre ad alcuni operatori e volontari, è poi seguito un cordiale apericena, che è stato condiviso anche qualche ospite arrivato nella struttura in leggero anticipo e prontamente ben accolto.

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