Politica

L’ex colonia marina Cremasca
Finalpia è in vendita

L’ex colonia marina cremasca Finalpia è in vendita, affidando l’incarico a una società di primo livello anche al fine di comprendere l’effettivo valore di mercato dell’immobile. Lo ha confermato nel tardo pomeriggio di ieri (giovedì 27 ottobre) il presidente del consiglio di amministrazione Giorgio Pagliari con la consigliera Alessandra Ginelli durante la conferenza dei capigruppo. Lo stesso presidente ha pure annunciato che verrà modificato lo statuto ai fini dell’adeguamento normativo alla riforma degli enti del Terzo settore e rispondente alle attuali finalità della Fondazione.

Il diritto di prelazione sull’acquisto spetta all’attuale gestore che è Hyma, e che ha firmato un contratto di affitto della durata di sei anni rinnovabile per altri sei.
Va ricordato che un primo tentativo di vendita dell’Hotel del Golfo (l’immobile è di proprietà della Fondazione Finalpia ed erano stati chiesti dieci milioni di euro) c’era stato un anno e mezzo fa dal precedente Cda, ma era fallito.

“Non posso non aprire – commenta il sindaco Fabio Bergamaschi – le mie considerazioni se non con un ringraziamento a un Cda che ha messo in sicurezza un patrimonio importante della Città, consentendo in tal modo di avere un punto di appoggio su cui fondare i ragionamenti per il futuro cui, insieme, Cda e politica cittadina sono chiamati, in un equilibrio possibile e necessario tra l’autonomia decisionale che formalmente è posta in capo alla Fondazione e l’opportunità che tale autonomia possa esplicarsi in sintonia con gli indirizzi e le aspirazioni della nostra comunità e dei suoi rappresentanti eletti. Da oltre un decennio la finalità sociale dell’immobile è del tutto assente e, considerata l’esposizione debitoria della Fondazione, lo sarà almeno per i prossimi sette/otto anni. E’ un patrimonio che non produce valore per i cittadini. Né sociale, né economico. E’ quindi necessario aprire una nuova prospettiva, che sappia reinterpretare ed attualizzare le finalità sociali dell’ente, immaginando che i proventi dell’alienazione possano essere reinvestiti in progettualità sociali importanti per la città ed il suo territorio. E’ questa la nuova sfida cui siamo chiamati. Una sfida di idee che dovranno interrogare non solo la politica ed il cda, ma anche i portatori di interessi del terzo settore. Un percorso non semplice, ma affascinante, che guideremo”.

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