Naufragio del 2013,
Racchetti-Da Vinci a Lampedusa
Nel 2016 l’istituzione da parte del Parlamento della Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione, al fine di conservare e di rinnovare la memoria di quanti hanno perso la vita nel tentativo di emigrare verso il nostro Paese, per sfuggire a guerre, persecuzioni e miseria.
La data del 3 ottobre, oltre ad essere simbolica, ricorda ciò che accadde nel Mediterraneo, nella notte tra il 2 e il 3 ottobre 2013, quando una nave con 366 migranti affondò nel tratto di mare vicino a Lampedusa, isola che per molti barconi con un carico di persone in cerca di speranze, rappresenta il primo approdo verso l’Europa del benessere provenendo dall’Africa della povertà. Tra gli studenti di tutta Italia che hanno partecipato alle iniziative del Progetto “Porte d’Europa 2020/2021”, promosso tra gli altri dal Comitato 3 ottobre, Liceo Scientifico, Coreutico e Musicale G. Marconi di Pesaro, Istituto Omnicomprensivo Luigi Pirandello di Lampedusa e Linosa è tornata ad essere rappresentata anche una delegazione di Crema. Dopo la partecipazione nel 2016 dell’Istituto Sraffa, quest’anno a Lampedusa l’Istituto Racchetti-da Vinci, con il dirigente scolastico Claudio Venturelli, la prof.ssa Camilla Cervi e due studenti, Alessandro Marchesi (5 D scientifico) e Pietro Tessadori (5 A classico).
La scorsa settimana a Lampedusa, la delegazione del Racchetti-da Vinci ha partecipato al ricco programma de Welcome Europe, che ha visto il supporto di diverse Istituzioni nazionali ed Europee, rappresentando Crema nei diversi workshop programmati da numerose associazioni: da Amnesty International, all’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra, dall’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione, a Medici Senza Frontiere, Unicef, Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati. L’obiettivo dell’iniziativa cui ha partecipato la scuola di via Palmieri è quello di promuovere nelle giovani generazioni occasioni di apprendimento, nella prospettiva dell’educazione interculturale, contribuendo a sviluppare la cultura della solidarietà, dell’accoglienza e del dialogo, fondata sul pieno e consapevole rispetto dei diritti umani.
“Un’esperienza significativa, ed in alcuni momenti, nei quali abbiamo avuto la possibilità di ascoltare direttamente i rifugiati e le loro esperienze, estremamente toccante – raccontano Alessandro Marchesi e Pietro Tessadori – rispondendo all’invito dalle associazioni che hanno tenuto i laboratori, porteremo l’esperienza che abbiamo vissuto a Lampedusa nella nostra scuola, utile anche per iniziative rientranti nell’educazione civica”. I due ragazzi confermano l’importanza di partecipare direttamente a iniziative come quelle di Lampedusa, e ringraziano la loro scuola per la possibilità offerta: “Un conto è sentir parlare in TV, ma poi di fatto, vedere dal vivo è completamente diverso. Tra l’altro – aggiungono i due studenti – abbiamo partecipato a seminari di particolare interesse, come quello del Centro Astalli, che ha descritto come vivono i rifugiati o quello del Labanof, il Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense dell’Università di Milano, sull’identificazione delle vittime del Mediterraneo, tra diritto e sfida scientifica”.
Anche nel racconto dei due ragazzi, l’emozione ed il coinvolgimento per il momento di raccoglimento alla Porta d’Europa, monumento disegnato e decorato da Mimmo Paladino, con il Presidente della Camera Roberto Fico, don Giuseppe Cumbo, per l’Arcidiocesi di Agrigento, l’Imam di Catania, l’europarlamentare Pietro Bartolo, Istituzioni locali e sopravvissuti ai naufragi. “L’emozione è stata tanta, lanciando in acqua gli omaggi floreali alle vittime, nella consapevolezza di essere davanti alla Porta d’Europa, quasi a voler rappresentare simbolicamente tutte le Istituzioni, che in alcune situazioni hanno disatteso negli anni l’impegno verso una migliore gestione dei flussi migratori e, allo stesso tempo – dicono i due studenti del Racchetti-da Vinci – un appello ai futuri governi, affinché possano affrontare in maniera migliore la gestione di questo tema molto delicato”.
Da parte dei due ragazzi, l’auspicio che altri coetanei possono avere la possibilità di vivere questa esperienza a Lampedusa: “Per capire meglio un fenomeno è necessario avere la possibilità di poterlo toccare con mano, per capire realmente come stanno le cose, ed anche le differenze rispetto alla narrazione che di solito viene offerta”, commentano Alessandro e Pietro. In attesa di nuove comunicazioni, anche da parte dei due ragazzi del Racchetti-da Vinci, c’è l’auspicio per il rinnovo da parte delle Istituzioni, del progetto proposto dal Comitato 3 ottobre: la prosecuzione del progetto, rappresenterebbe la dimostrazione concreta da parte delle Istituzioni, di una sensibilità adeguata nel voler ricordare una delle più grandi tragedie del mare dell’epoca contemporanea.
Ilario Grazioso