Cronaca

“La Tartaruga” e il Parkinson
al Rotary Pandino Visconteo

Si è parlato di Parkinson all’ultima conviviale del Rotary Club Pandino Visconteo, che ha ospitato Marco Mantegazza e Annalaura Maurin, presidente e vice dell’Associazione La Tartaruga Odv, i quali hanno affrontato il tema dei disturbi del movimento e dell’attività meritoria che l’associazione svolge da oltre 10 anni a Crema. Rispettando le intenzioni del Rotary pandinese, non si è trattato di una serata a carattere scientifico e di descrizione della malattia, ma un’occasione per riflettere e condividere esperienze, partendo dalla volontà di provare a rispondere all’interrogativo che può sorgere quando arriva una diagnosi come quella del Parkinson. Cosa fare, si chiede il presidente Fabiano Gerevini, introducendo l’incontro con i due esponenti de La Tartaruga, Associazione cremonese Parkinson e disturbi del movimento: “Deve cominciare una nuova vita, perché si può andare avanti e deve esserci una rinascita dopo la sentenza della malattia”, dice il presidente del Rotary Pandino Visconteo, prima di dare la parola agli ospiti.

Il presidente Mantegazza, un passato da agente assicurativo e sportivo con all’attivo le maratone di New York, Berlino e Londra, ed un presente da pensionato e parkinsonauta, è deciso nel promuovere l’attività dell’Associazione, che ha un centinaio di soci, ma è sempre alla ricerca di volontari che possano affiancare gli animatori storici del gruppo, in tutto ciò che è la gestione dell’associazione ed il supporto a pazienti, associati e famigliari. “È fondamentale come si reagisce alla notizia della malattia – ha commentato Mantegazza – perché si può vivere con il Parkinson, la qualità della vita è peggiore rispetto a prima, ma si combatte”.

Diagnosi e individuazione della terapia farmacologica efficace, rappresentano momenti essenziali del percorso di vita dei pazienti con Parkinson, ma le molteplici attività complementari alle terapie,del percorso di vita dei pazienti con Parkinson, ma le molteplici attività complementari alle terapia, che organizzazioni come l’Associazione La Tartaruga propongono, diventano ancor più la carta vincente per migliorare la qualità della vita e offrire una prospettiva nuova a pazienti e famigliari, che il più delle volte reagiscono con sconforto alla notizia della diagnosi, con l’effetto di rinchiudersi in se stessi e affrontare in solitudine tutto il percorso.

Di questo ha parlato la vice presidente Maurin, partendo dalla sua esperienza di caregiver, essendo figlia di un paziente che nella vita precedente era stato un grande sportivo. “L’Associazione diventa un elemento fondamentale – dice la vice presidente – per una patologia che spesso viene associata all’anziano, al tremore, ma che invece interesse l’intera sfera del movimento. Non bisogna lasciarsi andare e piangere, ma trasforma la sfiga in sfida”. Questa è la finalità de La Tartaruga, la cui realtà comincia ad essere conosciuta anche oltre i confini del Cremasco, proponendo un approccio integrato e volto al benessere complessivo del paziente, a partire da quello psicologico: dall’incontro con una psicologa, all’aspetto legato all’alimentazione, con la consulenza di un nutrizionista, dall’attività fisioterapica presso la struttura del Kennedy, alla pratica sportiva innovativa, qual è quella della boxe senza contatto, dall’inglese Rock Steady Boxing, capace di incidere positivamente su vari aspetti, dalla coordinazione all’ambito visivo, senza dimenticare lo yoga o la danza. “C’era una sola palestra in Italia, a Como, noi abbiamo approfondito cosa si faceva, ci siamo formati e ora c’è questa opportunità anche a Crema”, dice Annalisa Maurin, ringraziando la Fondazione Benefattori Cremaschi per il supporto ed i club di servizio che sostengono l’associazione.

Fondamentale la ricerca di sostegno per finanziare le diverse attività dell’associazione, che trovano momento di sintesi nell’annuale corsa a favore dei malati di Parkinson e dei loro familiari Run for Parkinson’s, ma altrettanto fondamentale il coinvolgimento dei medici di base, sia per riuscire ad avere la fotografia dell’incidenza della malattia di Parkinson nel territorio, in maniera da poter censire i pazienti e orientare gli interventi, sia per veicolare la stessa attività dell’associazione, supportata dall’Unità Operativa di neurologia del Maggiore, che ora ha la sua sede operativa in via Edallo a Santa Maria, nei locali messi a disposizione dal comune.

Ilario Grazioso

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