Politica

Elezioni, vittoria centrodestra: i primi
commenti della politica locale

Con le urne ancora calde, arrivano i primi commenti della politica locale. A partire da quello di Fabio Grassani, segretario provinciale della Lega, che sale sul carro dei vincitori con una vittoria schiacciante del centrodestra. “Se il popolo ti ha già detto a chiare lettere di non volerne sapere nulla di ius soli, patrimoniale e altre varie specialità progressiste, puoi anche candidare un professionista di livello come Cottarelli, ma sei destinato a perdere, pure contro una “straniera” come la Santanchè” evidenzia. Non manca però anche una buona dose di autocritica, a un voto, per la Lega, che a livello nazionale l’ha vista perdere parecchio terreno. “Se in pochi anni passi dal 18% all’8 (dal 30% al 15% nel collegio cremonese), significa che una riflessione va fatta, e subito, sul progetto politico, sul messaggio e sugli obiettivi futuri” sottolinea. “Perché dall’8% nazionale puoi sì tornare al 15, ma puoi anche scendere al 3. Diciamo che gli elettori ci hanno voluto dare un “segnale ad alto volume”: occorrerà ascoltarlo. Per esempio, la butto lì, ricominciare a parlare di Nord, al Nord?”.

Dall’altra parte, c’è la consapevolezza della sconfitta, da parte del centrosinistra, e soprattutto del Pd, che non si nasconde e riconosce i propri errori. A partire dal segretario provinciale, Vittore Soldo, secondo cui “da una parte aver dato a questo voto la valenza di un referendum su Draghi è stato perdente, dall’altro l’intuizione del campo largo era corretta. Non essere riusciti a mettere in campo questa suggestione è frutto di diversi errori commessi da più parti, giusto che ognuno si assuma la responsabilità della quota parte che gli compete. Ha inciso molto anche il mancato tempo per far prendere forma all’alleanza”. Ma anche una critica al sistema elettorale: “con un sistema proporzionale la storia sarebbe stata molto diversa e non per noi ma per il Paese: qui mi ricollego a quanto scrivevo tempo fa sulla necessità di rivedere la vocazione maggioritaria del Partito Democratico e non per convenienza ma per lettura del paese e poi anche in considerazione del fatto che questo risultato che ci era stato anticipato dai sondaggi dei giorni scorsi, ci da l’immagine di un paese con una situazione politica che rischia di essere ben lontana da essere “di stabilità””.

Anche Stefania Bonaldi, sindaco di Crema e candidato nel proporzionale del Pd, sottolinea come “la sconfitta era annunciata, ma a maggior ragione con questi esiti catastrofici deve mettere radicalmente in discussione il Partito Democratico e il suo modo di fare politica. Magrissima consolazione che il Pd nella competizione per il Senato sia, per un soffio, il primo partito a Crema con il 26,7%, ma per il resto è davvero una debacle”.

Molto critico nei confronti del proprio partito il vice sindaco di Cremona, Andrea Virgilio. “Tanto si era pronti ad avallare qualunque scelta dell’attuale classe dirigente del PD, tanto si è già pronti ora a fornire spiegazioni alla sconfitta e magari altrettanto pronti all’ennesimo congresso che ricollochi i capicorrente, che elegga un nuovo leader da logorare negli anni successivi, che riposizioni quello che rimane delle federazioni provinciali e dunque pronti a ripartire verso una nuova inerzia” evidenzia. “Il Pd deve invece cambiare pelle e, prima ancora di definirsi all’interno di un profilo politico identitario, deve imparare a non essere un solo partito di potere.

L’opposizione dei prossimi anni potrà dare una mano in questa direzione a condizione di non limitarsi a parlare degli altri, di quanto sono antidemocratici e “fascisti” o più o meno adeguati per una possibile alleanza. Occorre invece capire la propria mission nel paese e nel mondo, occorre capirlo questo mondo o almeno provare a comprenderlo, un mondo che ormai  è ben diverso dal 900, dalle sue ideologie e dalle sue culture politiche, perché l’impressione è che in tanti si è ancora aggrappati lì: a un passato da riattualizzare e non a un futuro da generare”. lb

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