Fondi sottratti a "Uniti", Crotti e
la sorella chiedono di patteggiare
Il cremasco Renato Crotti, 56 anni, e la sorella Anna, entrambi indagati nell’indagine relativa alla distrazione di fondi ai danni dell’ente benefico “Uniti per la provincia di Cremona”, la Onlus nata il 13 marzo del 2020 per sostenere gli ospedali e le organizzazioni impegnati in prima linea nel pieno della prima ondata della pandemia di Covid, hanno chiesto di patteggiare. La procura ha ritenuto congrua la pena e ora toccherà al giudice per le indagini preliminari decidere se accogliere le richieste avanzate da Crotti, ex gestore di fatto della Onlus, che ha chiesto anche di poter risarcire, e dalla sorella, che ha già restituito i 5 mila euro che erano stati dirottati sul suo conto corrente attraverso un bonifico disposto dal fratello.
Nell’inchiesta sono dieci gli indagati accusati a vario titolo di aver prelevato soldi da utilizzare per scopi estranei alle finalità benefiche. Sotto la lente della guardia di finanza, l’importo complessivo di circa 250.000 euro sottratto a “Uniti”, arrivata a raccogliere 4 milioni di euro per finanziare iniziative anti- Covid.
L’udienza davanti al gip per Crotti e per la sorella è stata fissata al prossimo 10 novembre, la stessa data in cui parallelamente si aprirà la causa civile intentata dalla Onlus presieduta da Mirko Signoroni contro Bianca Baruelli, oggi candidata di Azione-Italia Viva e dal 2019 presidente della Benefattori Cremaschi, Fondazione alla quale nel marzo del 2020 “Uniti” aveva donato 100 mila euro per costruire un nuovo reparto che però non è stato realizzato. Nella corrispondenza tra il segretario della Onlus Giovanni Bozzini e la presidente Baruelli si era cercato con grande difficoltà di fare chiarezza sulla destinazione del contributo: dalla necessità di acquistare farmaci, presidi di protezione, apparecchiature di rianimazione, all’esistenza di una fattura di 27.450 euro finalizzata a dotare un sistema d’allarme e al tele-soccorso atto a monitorare i movimenti e le problematicità dei pazienti ricoverati. La presidente Baruelli aveva affermato che la lettera della richiesta del contributo economico era stata palesemente artefatta, sostenendo che nella richiesta inviata ad “Uniti” la sovvenzione era finalizzata ad assistere ospiti dimessi dall’ospedale per aver superato la fase acuta del Covid. Ora, con la causa civile, “Uniti” rivuole indietro quei 100 mila euro.
Si discuterà invece il prossimo 8 settembre a Brescia il processo contro Renato Crotti, arrestato lo scorso ottobre per prostituzione minorile e possesso di materiale pedopornografico. L’imputato, attualmente rinchiuso nel carcere di Pavia, sarà processato con il rito abbreviato. Una delle parti civili, rappresentata dall’avvocato Michele Barrilà, è intanto già stata risarcita. L’indagine, portata avanti dal Nucleo di Polizia Economico-finanziaria di Cremona, era nata proprio dall’inchiesta relativa all’indagine su “Uniti”. Dalle testimonianze raccolte dai finanzieri era infatti emerso un altro filone inerente i reati di prostituzione minorile e possesso di materiale pedopornografico contestati a Crotti. Elementi che avevano indotto l’autorità giudiziaria di Brescia a disporre approfondimenti e analisi dei dispositivi elettronici sequestrati.
Sara Pizzorni