Ambiente

Parco del Serio: all'ordine del
giorno acquisto cava Alberti e siccità

Ieri nella sede di Romano di Lombardia si è svolta la riunione della Comunità del Parco del Serio, nel corso della quale il presidente Basilio Monaci ha inteso fornire un’informativa sulla situazione relativa al progetto di acquisto delle aree dell’ex cava Alberti, già autorizzato nei precedenti incontri. L’informativa, spiega il presidente Monaci è motivata dalla volontà di fare chiarezza, rispetto a certe notizie che non corrispondono alla verità dei fatti, con riferimento agli esposti presentati da un cittadino di Pianengo, che la prossima settimana riferirà alla Procura di Cremona.

“Al momento noi non siamo stati chiamati, ma siamo fiduciosi nel lavoro della Procura e attendiamo gli sviluppi. Abbiamo un preliminare di acquisto ed anche ieri sera, i rappresentanti della Comunità del Parco ci hanno dato mandato pieno per proseguire – dice il presidente Basilio Monaci – e questo perché solo il Parco ha una mission specifica per il recupero dell’area e la messa a disposizione dei cittadini. Si va avanti – prosegue Monaci – con l’opportuna prudenza, nell’attesa degli sviluppi del lavoro della Procura, ma non c’è nessun dubbio sulla necessità di portare a termine questo progetto”.

L’informativa è servita all’Ente Parco anche per ricevere i suggerimenti dei componenti la Comunità, alla quale ieri sera ha partecipato in rappresentanza del comune di Crema, il neo assessore Franco Bordo. Nei mesi scorsi, il Parco autonomamente aveva anche provveduto a far analizzare le acque dei laghetti presenti nell’area ex cava Alberti, dalle quali erano emersi risultati nella norma, confermando il buono stato dei luoghi interessati al progetto di acquisto da parte del Parco, la cui intenzione resta quella di puntare alla riqualificazione e alla restituzione dei luoghi alla fruizione della collettività.

Altra informativa che ha caratterizzato la riunione di ieri, ha riguardato la grave situazione del fiume determinata dalla straordinaria siccità di questo periodo: “La situazione è molto preoccupante, manca l’acqua per l’agricoltura, manca l’acqua per la biodiversità fluviale a salvaguardia dei pesci, delle aree umide, della biodiversità vegetale sulle sponde”, ha detto il presidente Monaci, che ha introdotto un altro elemento che aggrava la situazione. Lungo il Serio, negli anni passati sono state approvate delle concessioni che consentivano alle aziende agricole di attingere acqua dal fiume per scopi irrigui, ma in una situazione molto deficitaria com’è quella attuale, questo ha ulteriormente messo in difficoltà le traverse fluviali, risalenti al quattrocento e al cinquecento (Palata Babbiona, Malcontenta, Menasciutto e Borromea). Una situazione che ha scatenato nuove problematiche, perché diversi tra i concessionari (circa una ventina), posti prima di queste traverse, pare non stiano rispettando il minimo deflusso vitale per il fiume, proseguendo ad attingere l’acqua nelle stesse quantità del passato. “In una condizione di normalità, quando non vi erano problematiche di disponibilità di acqua, tali derivazioni erano sostenibili, ed i concessionari con apposite turbine procedevano ad attingere acqua dal Serio, ora questa situazione va monitorata”, ha specificato il presidente Monaci, mettendo a disposizioni anche le Guardie Ecologiche Volontarie, se richiesto dagli Enti preposti al controllo.

Preoccupazione confermata dalla direttrice Laura Comandulli, la quale sottolinea la necessità di avere maggiore consapevolezza del grave momento di crisi e collaborare per una corretta ripartizione dei prelievi: “Tra l’altro, ci arrivano diverse segnalazioni di criticità relative a pesci presenti in pozze isolate, per i quali è necessario un intervento di recupero e per far questo noi ci rivolgiamo alla Fipsas”, osserva la direttrice del Parco. “Vista l’esperienza di quest’anno, sicuramente Provincia di Cremona, Parco e presidenti delle rogge maggiori e minori – conclude il presidente Monaci – già da quest’autunno dovranno mettersi attorno ad un tavolo, per definire un accordo condiviso, al fine di prepararsi al meglio alla futura stagione irrigua della prossima primavera”.

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