Cronaca

Siccità: il conto dei
danni sale a 3 miliardi

Sale a 3 miliardi di euro il conto dei danni causati dalla siccità che assedia città e campagne, con autobotti e razionamenti, il Po in secca peggio che a Ferragosto, i laghi svuotati e i campi arsi dove i raccolti bruciano sui terreni senz’acqua ed esplodono i costi per le irrigazioni di soccorso per salvare le piantine assetate e per l’acquisto del cibo per gli animali con i foraggi bruciati dal caldo. E’ quanto afferma la Coldiretti nel tracciare l’ultimo drammatico bilancio di un 2022 segnato fino ad ora da precipitazioni praticamente dimezzate e produzioni agricole devastate.

Un panorama rovente che peggiora con l’ondata di calore che porta le temperature oltre i 40 gradi con le falde sempre più basse.

Particolarmente colpito è il territorio cremasco e cremonese. “Quest’anno la situazione è gravissima. Avevamo un mais splendido, che purtroppo resta a seccare sotto il sole. Non piove e non c’è acqua nei canali. Credo che ormai almeno il settanta per cento del mio raccolto sia compromesso” testimonia Armando Tamagni, coltivatore di Dovera. “Avremo delle perdite elevatissime, che supereranno l’ottanta per cento, in un anno in cui i costi di produzione sono saliti alle stelle – aggiunge Alberto Casorati, sempre dai campi di mais della zona di Dovera –. Oltre al mais, nella nostra zona sono stati colpiti in modo molto grave anche i prati stabili, secolari. Senza acqua per irrigare, il raccolto è azzerato”.

Spostandosi a Montodine, stesso scenario. Attilio Cristiani conduce un’azienda agricola ad indirizzo cerealicolo-zootecnico. “Abbiamo faticato con le semine primaverili, perché già la terra era molto asciutta. Poi la siccità, che si è susseguita in questi mesi, ci ha dato il colpo di grazia – testimonia –. Sicuramente non riuscirò a produrre sufficiente foraggio per l’alimentazione dei bovini che allevo. E sarà difficile reperirlo, poiché le aziende agricole vicine sono tutte nella mia stessa situazione. Dovrò valutare se diminuire il numero dei capi allevati”.

“La situazione peggiora giorno dopo giorno. Le rogge sono asciutte. Mais e soia sono compromessi, i prati bruciano. Possiamo solo sperare che piova, e tanto, nei prossimi giorni, per provare a salvare almeno una parte del raccolto” aggiunge Piermichele Groppelli, da Moscazzano.

A Crotta d’Adda, anche l’agricoltore Idelfonso Maffei Stanga mostra campi di mais in grande sofferenza. “Avremmo dovuto irrigare a fine maggio, ma l’acqua nei fiumi non c’era. In giugno, con la poca acqua ottenuta, siamo riusciti ad irrigare solo una parte dei campi – spiega -. Stessa situazione per i prati: in assenza d’acqua l’erba non cresce, secca in campo, non si riesce neanche a raccogliere”.

Coldiretti Cremona è impegnata, accanto agli agricoltori, a documentare la gravità della situazione. “In questa condizione di profonda crisi idrica, oltre a prevedere uno stanziamento di risorse finanziarie adeguate per indennizzare le imprese agricole per i danni subiti è necessario agire nel breve periodo per definire le priorità di uso dell’acqua disponibile – evidenzia Coldiretti Cremona – dando precedenza al settore agricolo per garantire la disponibilità di cibo, in un momento in cui a causa degli effetti della guerra in Ucraina l’Italia ha bisogno di tutto il suo potenziale produttivo nazionale”.

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