Cultura

Pro Loco: volume sul dialetto
nella tradizione cremasca

Presentato ieri pomeriggio all’auditorium Manenti Chiesa San Bernardino, il volume “A dìla nèta e s’cèta” (A dirla chiara e tonda), risultato di una poderosa ricerca di don Pier Luigi Ferrari e don Marco Lunghi, impreziosita da 24 illustrazioni di Gil Macchi, con la loro grande forza evocativa nel rappresentare graficamente alcuni dei detti cremaschi. Nel volume, dall’elegante veste grafica grazie all’impegno di Leva Arti Grafiche, circa 2500 detti e modi di dire della tradizione cremasca, espressioni gergali e idiomatiche del dialetto locale, che costituiscono le oltre seicento pagine nelle quali si compone l’opera, con la prefazione del prof. Vincenzo Cappelli. Alla presentazione di ieri, oltre ai due autori hanno partecipato il vescovo della Diocesi di Crema, mons. Daniele Gianotti, il presidente della Pro Loco che ha editato il volume, Vincenzo Cappelli, il prof. Valerio Ferrari in rappresentanza del Museo della civiltà contadina di Offanengo, nonché noto conoscitore del territorio e delle sue usanze, la prof.ssa Juanita Schiavini che ha curato la revisione dei testi, ed alcuni giovani, bambini e ragazzi, che hanno letto brevi brani del libro, sia in cremasco che in italiano. Presenti anche “I Cüntastòrie del Torrazzo”, Lina Francesca Casalini e Francesco Maestri che hanno scandito le varie letture.

“Un dialetto strettamente legato alla vita: lo abbiamo appreso nei cortili, nelle cascine, nelle attività dei lavandai, dei mignai e dei contadini, nelle vecchie botteghe artigianali, nei ritrovi delle osterie e nei luoghi ricreativi della parrocchia”, ha detto don Pier Luigi Ferrari descrivendo il percorso di ricerca che ha portato alla realizzazione di quest’opera, pensata già dai tempi della frequenza del seminario. Nel saluto del Vescovo Daniele Gianotti, l’interrogativo sulla sua presenza, visto la sua provenienza da un altro territorio e da un’altra regione: “I dialetti del nord sono tutti imparentati – dice il Vescovo citando don Pier Luigi Ferrari – perché comune è la struttura dei dialetti”. Questi detti rappresentano un mondo contadino che non c’è più, ma che non per questo perde di attrazione e fascino, ha ribadito il Vescovo: “Nonostante 5 anni qui, continuo a fare fatica con il dialetto, ma cercherò di impararlo meglio, ed in queste pagine c’è materiale per farlo”. Per Vincenzo Cappelli, la Pro Loco ha fatto la sua parte impegnandosi in prima persona per la realizzazione tipografica del volume, una vera promozione della conoscenza del dialetto portatore di originalità e specificità del territorio. Un volume che racchiude il “lungo, paziente e lungimirante lavoro di raccolta e ricerca dei due autori”, i quali hanno messo in luce lo “schietto parlare dei nostri padri, patrimonio di tutta la comunità anche per i giovani”. Un ringraziamento da parte del presidente della Pro Loco cittadina anche ai preziosi sponsor che ne hanno consentito la stampa, a chi l’ha già prenotato a UniCrema ed al Museo della civiltà contadina di Offanengo. Per Valerio Ferrari, il richiamo al dialetto rustico e più genuino, che caratterizza l’opera, un dialetto originatosi nella campagna in particolare nell’area di Santa Maria, come hanno ricordato gli stessi autori. Nelle parole di don Marco Lunghi, la consapevolezza di aver “compiuto una sorta di viaggio sotterraneo, originale e spirituale nel linguaggio popolare di Crema, per stimolare la riflessione del lettore”. Qualche osservazione la propone don Pier Luigi Ferrari: un volume per sentirsi figli di questa terra, che ha plasmato identità culturale e personale, la cui fonte di ispirazione è stata la vita della gente. Un percorso lungo più di 50 anni di raccolte e annotazioni, che 5 o 6 anni fa, si è pensato di classificare, commentare, articolare, con le microstorie dei personaggi cui il testo fa riferimento e delle loro vicende, e la potenza immaginativa dei detti contenuti nel volume che diventa sorprendente, con le sue metafore e le sue allusioni, ma anche l’ironia, la comicità, l’umorismo, la satira, la parodia, il sarcasmo. In chiusura del suo intervento, don Pier Luigi Ferrari rifacendosi ad alcuni passi dei Promessi Sposi, si chiede quale potrà essere la reazione dei lettori: “Curiosità e aspettativa, se vi piacerà ci darete conferma di non aver lavorato invano, ma se non vi piacerà, non l’abbiamo fatto apposta”, conclude l’autore.

Chi aveva già prenotato e pagato il libro (nella “tabula gratulatoria”, più di 500 nomi ndr), potrà ritirare le copie da domani presso la Pro Loco di Crema in piazza Duomo, per chi non l’ha ancora fatto ed è interessato all’acquisto, il volume è disponibile sempre da domani in Pro Loco, al costo di 30 euro.

Ilario Grazioso

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