San Pantaleone: mons. Delpini
e "l’elogio degli audaci"
Oggi la festività del santo patrono della città e della Diocesi e ieri sera, prima presso la sala rossa del Palazzo Vescovile, l’incontro degli amministratori locali e dei rappresentanti delle Forze dell’Ordine con l’arcivescovo di Milano mons. Mario Delpini, assieme al vescovo della Diocesi di Crema, Daniele Gianotti e successivamente la concelebrazione della messa in Duomo.
Nel breve, ma significativo incontro che ha preceduto la messa, l’arcivescovo di Milano rivolto al gruppo di amministratori con la fascia tricolore, ha sottolineato il valore del ruolo ricoperto, la responsabilità di guidare i comuni, “compito gravoso e complicato”, anche perché nella quotidianità si manifestano situazioni che si sostanziano in vere e proprie pretese, con cittadini che privilegiano il perseguimento di piccoli interessi, pretendendo prestazioni e attenzioni da parte dei sindaci, i quali si muovono entro un contesto normativo che favorisce anche eventuali ricorsi. Ai sindaci mons. Delpini manifesta gratitudine e consegna, “…con gentilezza. Virtù e stile per il bene comune”, il discorso alla città di Milano pronunciato in occasione della festività di sant’Ambrogio lo scorso dicembre, raccomandando loro tre virtù da coltivare: lungimiranza, fierezza e resistenza, perché l’esercizio della responsabilità di primi cittadini richiede sì fermezza, ma anche gentilezza, “l’arte di seminare comprensione vicendevole, che può favorire correttezza nei rapporti tra le persone che possono pensarla diversamente, in un contesto come quello in cui viviamo, caratterizzato da malumore e impazienza”. Lungimiranza in quanto proiezione sul futuro, fierezza di ricoprire il ruolo e resistenza, perché un sindaco deve perseverare con gentilezza, anche quando anziché applausi arrivano fischi dai cittadini.
In apertura della solenne celebrazione in Cattedrale, il Vescovo Daniele ricorda che dal 1835 la chiesa d Crema è suffraganea dell’Arcidiocesi di Milano, cogliendo l’occasione per rievocare un’altra celebre presenza in città di un arcivescovo milanese: quel 26 aprile del 1959, quando in Duomo arrivò il futuro papa Paolo VI, in occasione della riapertura dell’edificio dopo importanti lavori di ristrutturazione: “La presenza di mons. Delpini onora la società cremasca e i comuni che si trovano nel territorio diocesano”, ha aggiunto il vescovo Daniele Gianotti.
Nell’omelia, l’arcivescovo metropolita di Milano scandisce l’elogio degli audaci, di quelle persone che sanno preoccuparsi del bene della città, per scrivere storie di solidarietà operosa, senza pretendere nulla in cambio.
Audace è colui che sa riconoscere i propri sbagli, senza cercare scusanti, assumendosene la responsabilità – dice Mons Delpini – uomini e donne oneste e sincere. Audaci sono quelle persone che “trovano nel bene che ricevono e possono fare, motivi per essere contenti di vivere e aborriscono il risentimento per gli insuccessi e la malinconia delle frustrazioni”, conclude l’arcivescovo milanese.
Nel corso della celebrazione è stata rinnovata la tradizionale offerta alla Diocesi di Crema, dei ceri votivi da parte degli amministratori locali.
Ilario Grazioso