Cronaca

Festa della Repubblica, grande
partecipazione della città di Crema

Onorare la Costituzione, sentendoci vincolati ad essa per meritarne i contenuti. E’ questo uno dei passaggi chiave del discorso che la sindaca Bonaldi ha rivolto ai cittadini di Crema presenti per la celebrazione della Festa della Repubblica.

Per la sindaca questa sarà l’ultima Festa della Repubblica in questo ruolo: “Sicuramente le emozioni sono agrodolci, soprattutto per la malinconia dell’addio al ruolo di amministratrice. Sono contenta della grande partecipazione e della competizione elettorale con tanti giovani”.

La manifestazione ha avuto inizio nel piazzale Rimembranze, con il raduno delle autorità, e successivamente si è spostata in Piazza Duomo, luogo in cui in prossimità del Famedio la sindaca ha parlato alla comunità: “Questo è il terzo appuntamento nel quale celebriamo la festa della Repubblica, avendo iniziato ieri e l’altro ieri con i neo 18enni, dedicando loro uno spazio esclusivo. Un obiettivo cercato, perseguito, perché senza i giovani questa festa rischia di diventare un cimelio, un viaggio che non raggiunge mai il domani”.

“Il 2 giugno di 76 anni fa gli italiani, i nostri padri, nonni e bisnonni, scelsero il modo in cui volevano stare insieme. È così che nacque la nostra Repubblica, uno spazio pacifico e democratico dove coesistono diversità di ogni genere, che può continuare ad esistere solo se ogni nuova generazione lo sceglie e lo fa proprio, credendo nei suoi valori di pace, di solidarietà, di eguaglianza. Oggi tocca soprattutto ai più giovani, non in astratto ma in modo concreto e personale, prendere il testimone di questo impegno. Quello di preservare la democrazia”.

“In quel referendum del 1946 si scelsero anche le persone che avrebbero costruito la Costituzione, le regole del nostro stare insieme, un documento meraviglioso, ancora oggi una pietra miliare in ogni parte del mondo, una stella polare che, come ho detto ai giovani, ha sovente orientato in concreto anche le mie decisioni di sindaca. Una Costituzione nata sui valori dalla resistenza, in risposta agli orrori del fascismo e dopo una seconda guerra mondiale che aveva derubato la vita di tantissimi giovani. Anche questo ci siamo detti coi ragazzi, parlando del sacrificio di tanti loro coetanei e coetanee”.

“Ma, a differenza dell’illuminismo, che considerava Libertà, Uguaglianza ed Indipendenza “condizioni naturali” dell’uomo, una sorta di “dotazione originaria”, per i Costituenti quei diritti non sono acquisiti per sempre, sono conquiste storiche, che vanno ogni volta “riconosciuti”, e successivamente “garantiti”. I Costituenti ci dicono che Libertà ed Eguaglianza dipendono da come sono ordinati fra loro i poteri ed i rapporti fra gli individui, tra loro e con le varie cellule comunitarie, dalla famiglia, alle associazioni, allo stato e che è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli che sussistono all’effettivo dispiegamento di questi diritti fondamentali. Ma c’è un altro aspetto sul quale dobbiamo riflettere: se è vero che non nasco libero ed uguale, ma lo divento perché questo diritto mi viene riconosciuto, significa che dobbiamo a qualcuno tale privilegio, che gli siamo debitori. Ognuno è debitore nei confronti della Comunità”.

“Siamo debitori verso la famiglia, verso la scuola, verso il lavoro, che non è solo un diritto, ma è anche il modo attraverso il quale ciascuno di noi partecipa al progresso collettivo, ripagando quel debito. Anche per questo la mancanza di lavoro avvilisce giovani e meno giovani, non ci priva solo del sostentamento materiale, ma ci sottrae la possibilità intrecciare il nostro destino con quello della società di cui siamo parte, di saldare quel debito di gratitudine. Tutti siamo invitati a partecipare da attori a questo gioco democratico, da protagonisti e non da comparse, sforzandoci di recitare meglio che possiamo questo copione tracciato dalla Costituzione, che in questi anni ho avuto l’onore di consegnare a migliaia di neo diciottenni e di nuovi italiani e italiane perché ne orientasse il sentire e l’essere. Uno dei capolavori della nostra storia, una grande amica che ci protegge dalle soggettività malate. Una Carta che ci onora, ma ci vincola anche a meritarne i contenuti, a interessarci della società che ci circonda, a non passare oltre e a non delegare agli altri l’impegno per migliorare il mondo in cui viviamo. Il mio augurio è che ciascuno e ciascuna di noi cerchi di essere degno ogni giorno di questo grande atto di civiltà che i nostri Padri e Madri Costituenti ci hanno donato e di onorarlo, impegnandoci con tutte le sue forze per testimoniare che la vita è una cosa seria”.

Proprio ai più giovani è stato dato grande risalto nel discorso della sindaca Bonaldi, con l’augurio che possano ritagliarsi maggiore spazio in futuro: “Io credo che nei giovani ci siano grandi talenti, valori e voglia di mettersi in gioco. I giovani non sono una categoria sociale, ne sto incontrando di fantastici e desiderosi d’impegnarsi. E’ giusto fare loro spazio, anche per questo non mi sono ricandidata. Mi auguro che tanti elettori votino i giovani”.

Simone Guarnaccia

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