Cronaca

Usura e botte al barista, patteggia
il lottatore, l'amico a processo

Aveva prestato ad un amico 4000 euro per la ristrutturazione di un bar, ma avrebbe preteso la restituzione del denaro con gli interessi e con botte e minacce. Gianluca, l’imputato, è finito a processo per tentata estorsione, usura e lesioni personali aggravate. Le stesse accuse per le quali il coimputato Alex Celotto, 44 anni, di Savona, ha già patteggiato una pena di 3 anni e 8 mesi di reclusione. Personaggio noto, Celotto, detto “kamikaze”, pugile, campione di arti marziali  miste (MMA) e delle più svariate discipline da contatto con all’attivo vittorie in vari campionati regionali e italiani. Celotto si è ritirato dalle competizioni nel novembre del 2019, lo stesso anno in cui sarebbero accaduti i fatti.

Alex Celotto

Vittima è Dario, 45 anni, di Vaiano Cremasco, titolare di un bar a Crema. In una testimonianza confusa e piena di “non ricordo”, tanto che più volte il pm Francesco Messina gli ha ricordato le dichiarazioni rese all’epoca alla polizia, l’uomo, che non si è costituito pare civile, ha raccontato di aver chiesto a Cristian, un suo amico, un prestito di 4000 euro per fare dei lavori al suo locale. Cristian quei soldi non li aveva, ma lo aveva messo in contatto con il suo amico Gianluca. “Mi sono incontrato con Gianluca e con Alex Celotto”, ha raccontato Dario ai giudici, dicendo che i soldi li aveva presi da Celotto. “L’accordo prevedeva un finanziamento di 4000 euro con la restituzione di 5000 euro, quindi con mille euro di interessi, entro 3 settimane”. Successivamente il debito sarebbe arrivato a 5.500 euro.

Dario non era riuscito ad onorare il debito, e così Gianluca avrebbe cominciato a telefonargli per chiedergli la restituzione del denaro. “Telefonate numerose”, ha detto la vittima, “dai toni insistenti e minacciose. Mi ha detto che non avessi pagato mi avrebbe mandato Alex, e per me sarebbe finita male”.

Due gli episodi di violenza che sarebbero stati messi in atto contro il barista: uno accaduto il 26 dicembre del 2019, quando Gianluca si era presentato al bar accompagnato da Alex. Il primo avrebbe preso a schiaffi la vittima, mentre il secondo avrebbe proferito minacce: “Se non ci restituisci i soldi, ti apro da parte a parte”. Il 5 gennaio 2020, invece, dietro il bancone del bar, sarebbe stato Celotto a prendere a botte Dario, mentre Gianluca avrebbe atteso fuori: “ho preso pugni, calci, gomitate”, ha raccontato la vittima, “Alex fa incontri di MMA. In ospedale mi hanno dato 20 giorni di prognosi. Avevo rotti lo zigomo, la mandibola e il setto nasale”.

Il barista, chiedendo un aiuto al padre, era riuscito a restituire 3000 euro. Denaro che Dario aveva consegnato all’amico Cristian che aveva fatto da intermediario, consegnando la busta a Gianluca ed Alex. Mancavano ancora 2500 euro. In aula la vittima ha ricordato altre telefonate di minaccia che sarebbero arrivate da Gianluca. “Se no avrei avuto conseguenze”. “Quali conseguenze?”, hanno domandato i giudici, chiedendo al barista, apparso spesso riluttante, di essere più preciso. “Ha paura?”, gli è stato chiesto. “Sì, ho paura”. “All’epoca aveva dichiarato che al telefono l’imputato le avrebbe spaccato la faccia se non avesse pagato”, gli ha ricordato il pm. “Sì, è vero”, ha ammesso il barista. Alla fine Dario aveva consegnato a Cristian altri 2000 euro, ma quel giorno, all’atto della consegna a Gianluca e Alex c’era anche la polizia.

In aula è stata sentita anche la testimonianza di Cristian, che aveva fatto da intermediario. “Io avevo messo in contatto Dario e Gianluca”, ha ammesso, “ma poi si sono messi d’accordo loro. So che Dario aveva chiesto a Gianluca se fosse interessato a entrare in società con il bar”. “Da voci”, ha raccontato Cristian, “si diceva che Dario avesse altri debitini in giro e che c’erano altre persone che lo cercavano”.

L’imputato sarà ascoltato nel corso della prossima udienza, fissata al 25 ottobre.

Sara Pizzorni

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