Bonomi: “La tenacia
cremasca mi contraddistingue”
Promossa dall’Associazione Industriali di Cremona, all’incontro dal titolo “Conversando a teatro” che si è svolto al San Domenico, filo conduttore è stata proprio Crema, e non poteva essere diversamente, visto il protagonista, Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, intervistato dal giornalista Beppe Severgnini.
Entrambi cremaschi doc, hanno introdotto l’incontro parlando proprio della città, dei ricordi d’infanzia e delle piccole storie, che contribuiscono a fare la storia di ogni territorio.
Il presidente di Confindustria, nato a Crema nel 1966, dove ha vissuto in via Piacenza fino al trasferimento con la famiglia a Milano, ha ricordato i nonni, il bar del Pergoletto del nonno paterno, la fondazione della Pergolettese ed il suo legame profondo con la città: “Mi sento profondamente cremasco, ancor più legato qui, proprio perché sono andato via”, ha detto Bonomi, che non ha nascosto l’emozione per essere tornato in città da presidente di un’organizzazione così prestigiosa come Confindustria e ricordando quale suo tratto distintivo, “la tenacia dei cremaschi”.
Sollecitato dalle domande di Beppe Severgnini, la chiacchierata ha toccato diversi argomenti, dalla situazione economica del Paese, ai nuovi scenari disegnati da un contesto internazionale, nel quale l’attenzione all’evoluzione del conflitto tra Russia ed Ucraina è massima, soprattutto per gli effetti che si stanno già producendo, con particolare riguardo al tema energetico.
Ma cosa chiedono gli imprenditori in questa fase della vita del Paese, tra post pandemia e crisi economica: in primis, il tema della ricerca del personale che a dispetto di quanto si potrebbe credere, in realtà non si trova in molti settori produttivi. Per Bonomi, il reddito di cittadinanza si è dimostrato un disincentivo verso la ricerca di occupazione: non un’idea sbagliata, se collocata nell’ambito delle misure di contrasto alla povertà, afferma il presidente degli industriali, per il quale, così com’è stata strutturata, da una parte “non intercetta gli incapienti del Paese” e dall’altra è estremamente deficitaria riguardo alle politiche attive del lavoro. Altro elemento problematico per Bonomi, è quello della formazione: all’autocritica per l’errore commesso da Confindustria, che non si è occupata di scuola, Bonomi associa il tema delle riforme scolastiche, che invece hanno privilegiato da parte dei governi, la dimensione di chi lavora a scuola, e non di chi invece si forma a scuola, anche in funzione dell’inserimento lavorativo.
Non poteva mancare qualche battuta sul sindacato, “vedo la Cisl che dimostra di volere il confronto, mentre le altre due sigle sono ancorate al passato”, dice il presidente, che poi punta su un ragionamento complessivo partendo dal merito delle questioni, prima di concentrarsi sul Pnrr: “Confindustria ha condiviso gli interventi congiunturali, meno quelli strutturali. Siamo preoccupati per l’Italia – aggiunge Bonomi – che vive una situazione di crisi da prima della guerra”. Argomento particolarmente a cuore agli industriali è quello energetico, legato anche alla dipendenza dalle forniture del gas russo, che in queste settimane preoccupa l’opinione pubblica e non solo. Severgnini ricorda come l’estrazione di gas in Italia è passata negli ultimi 30 anni, dagli oltre 20 miliardi di metri cubi a circa 4, e nella risposta del presidente Bonomi il riferimento alle proteste di no tav e no triv: “Non estraiamo più dai giacimenti in Adriatico per il bradisismo, ma la Croazia lo fa, forse c’è stata incompetenza”, conclude Bonomi, ricordando un documento della Commissione Europea del maggio 2014, citato anche dal collega Buzzella in un altro incontro tenutosi a Crema nel marzo scorso, secondo il quale già allora l’Unione Europea invitava alla riduzione dalla dipendenza energetica, ponendo al centro il problema. Ma come? Non con le rinnovabili, che non sono la panacea di tutto, argomenta il presidente Bonomi, che invoca invece sostenibilità economica, accanto a quella ambientale e sociale.
Ilario Grazioso