Lettere

"Cara figlia Gisella, ecco perché
mi sono candidato"

da Simone Beretta - Candidato sindaco di Crema

Cara figlia Gisella,

mi sono candidato anche per te, per continuare a guardare il futuro con i tuoi occhi trasparenti e per un dovere di coerenza. Ti ho infatti insegnato che la politica è cosa buona, quando riposta in buone mani, a servizio degli altri ed inclusiva. Se esclude non lo è.

Ho fatto l’assessore per la città e sono stato spesso in minoranza, ma ho sempre e solo agito con lo sguardo rivolto alla crescita della nostra comunità, alla quale voglio bene.

Ho fatto il mio dovere. Altri a mio parere lo hanno fatto un po’ meno e hanno preteso, come cinque anni fa, di dettare le “regole del gioco” rimanendo nuovamente sordi di fronte al buon senso di altri. Hanno scelto fra l’altro una candidatura non condivisa, e che – a quanto dichiarato – non potrebbe dedicarsi a tempo pieno all’eventuale impegno di sindaco di Crema, come invece la città richiede e merita.

Senza l’unità del Cremasco non si va da nessuna parte. Per questa ragione non ho esitato a percorrere strade diverse dal mio partito e da alcuni sindaci, anche di centrodestra, che ne stanno minando le fondamenta.

La scelta di accettare la richiesta di scendere in campo è stata mia, ma la responsabilità d’avermi indotto a prenderla è di altri. Tu sai infatti che ero disposto a fare molti passi indietro, pur di vedere un centrodestra moderato unito, con un programma condiviso e una candidatura a sindaco all’altezza delle responsabilità da gestire.

Ho molte idee e proposte concrete per Crema e il Cremasco; e ho l’esperienza necessaria a realizzarle, maturata in anni di attività amministrativa.

Mi presento distinto dal centrodestra, ma resto, senza se e senza ma, un uomo di centro e moderato, come tanti altri che mi accompagnano in questa avventura.

Da 5 anni il centrodestra a Crema ha lasciato ai suoi rappresentanti in consiglio comunale l’onere di contrastare il modo poco illuminato di amministrare del sindaco Bonaldi, con ricadute anche pesanti sulle tasche dei cittadini. Non per questo, tuttavia, si ripartirà da zero, perché tante iniziative le abbiamo condivise e sostenute. Sarebbe bastato un confronto più aperto e più libero per conseguire risultati migliori.

Cara Gisella, non ho accettato veti, pregiudizi né ripicche. A queste non ho mai aperto la porta di casa, perché non sono la buona politica. Sono piuttosto una miseria che il centrodestra ha la grave responsabilità di aver tollerato e soprattutto subito.

La politica è certamente cosa complessa, ma è grave la responsabilità di chi può orientarla al meglio e non lo fa.

Ecco perché mi sento di chiedere a te, ai giovani e a tutti gli elettori di mandare un segnale chiaro e forte, votando me, per rimettere al centro la buona politica al servizio degli altri.

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