Politica

Crema Lab: Giovanni Moro
per la partecipazione attiva

Ospite seppur a distanza della lista civica Crema Lab, che sostiene Fabio Bergamaschi sindaco, ieri sollecitato dalle domande di Manuela Gargioni e Annalisa Andreini, è intervenuto Giovanni Moro, docente alla Sapienza di Roma, sociologo politico, responsabile scientifico di Fondaca, Fondazione per la cittadinanza attiva, nata nel 2001 e che utilizza la cittadinanza europea come punto di osservazione delle trasformazioni della società, per animare il dibattito politico pubblico in Italia ed Europa.
Nella sua breve introduzione Andreini ha presentato Crema Lab, come laboratorio attivo al servizio della comunità, ed in quest’ambito ha presentato l’ospite, con il quale sono stati affrontati diversi argomenti legati ai vari aspetti di approfondimento scientifico di Giovanni Moro, partendo dal valore della democrazia e dal riferimento al consenso.
Per il figlio dello statista ucciso nel 1978 dalle Brigate Rosse, la democrazia è fenomeno dinamico ed esiste un contrasto tra il tempo delle politiche pubbliche, i cui risultati si possono apprezzare nel medio periodo e il tempo delle elezioni, che sono una parte della democrazia, ma che si traducono nella ricerca del consenso immediato.
Negli anni però è andato modificandosi lo schema dei rapporti tra cittadinanza e sistema politico, perché ora i cittadini concorrono a costruire risposte, e il sistema politico non ha grande energia nel fornirle. Peraltro, aggiunge Moro, se oggi ci preoccupiamo maggiormente dei temi ambientali lo si deve anche a qualcuno, giovani e giovanissimi, che si è dato da fare con Fridays for Future.

Altro tema affrontato è stato quello della partecipazione civica, che parrebbe essere cresciuta, in contrapposizione alla disaffezione dei cittadini al voto. Il sociologo, pur confermando un trend di diminuzione nella partecipazione dell’elettorato attivo, ha ricordato che alle ultime politiche ha votato circa il 70% e la media di partecipazione ai 67 referendum abrogativi svolti fin qui in Italia, corrisponde a circa il 48%, con i due terzi dei quesiti referendari che hanno superato il quorum richiesto. Per Moro, l’unica forma di crisi della partecipazione è invece quella dei partiti, con i quali collaborano sempre meno cittadini, forse risultato di certe leggi elettorali, tra individuazione dei collegi e nomina dei candidati
dall’alto: “Con il Mattarellum i collegi coinvolgevano circa 100 mila elettori, ed i partiti erano costretti a candidare personalità importanti e del territorio. Occorre valorizzare le informazioni nell’interazione tra cittadini e amministratori”.
Crema Lab è lista composta prevalentemente da giovani e non poteva mancare la domanda sui giovani: Moro chiarisce come dal punto di vista scientifico, la riconoscibilità sociale dei giovani spesso manca, nel senso che a seconda dei vari ambiti di ricerca, variano anche le collocazioni anagrafiche: “I giovani non sono riconosciuti socialmente per quello che sono, anche se dovrebbero essere una priorità per ciascuna amministrazione”. Quanto alle forme di partecipazione che li coinvolgono: “Non fanno quello che noi vorremmo facessero, ma la partecipazione non è più quella delle forme collettive dei grandi orizzonti ideologici che il ’900 ci ha abituato, oggi c’è qualcos’altro”, dice Moro.

Da qualche anno proliferano nelle scuole, a seguito della legge del 2019, progetti e iniziative varie relative all’insegnamento dell’educazione civica, seppure trasversale tra le diverse discipline di studio, ma sul tema c’è tanta confusione anche a livello ministeriale, sottolinea lo stesso Giovanni Moro, tuttavia la vera introduzione dell’educazione civica nell’ordinamento scolastico italiano risale all’anno scolastico 1958-59, quando ministro della Pubblica Istruzione era il padre Aldo. “Oggi c’è disinformazione e confusione, ma l’educazione civica c’è sempre stata”, risponde il sociologo, che poi riferisce di alcuni studi condotti su un campione di scuole che hanno documentato circa 14mila progetti. Dalla legalità, alla memoria storica, l’ambiente, la violenza genere, tanti progetti e tra questi, Fondaca che ha condotto lo studio citato, ne ha selezionato un migliaio, nei quali esisteva anche un feedback da parte dei ragazzi, per approfondirne altri aspetti. Al termine dell’indagine, emerge che qualcosa nei ragazzi resta, quando però la formazione è fatta in maniera adeguata. L’incontro di Crema Lab si conclude parlando con Moro di impresa e società, e del rapporto complessivo tra benessere economico, che poi deve essere anche ambientale, sociale, culturale, in attesa dei prossimi appuntamenti formativi proposti dalla lista.

Ilario Grazioso

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