Politica

Ucraina, Lega Crema: "Al più
presto procedure di accoglienza"

La Lega di Crema sollecita la prefettura e le altre istituzioni “di attivarsi quanto prima per predisporre le procedure di accoglienza” del popolo ucraino in fuga dalla guerra. Ad annunciarlo è Tiziano Filipponi Responsabile Provinciale Lega di Crema. “I sindaci della Lega nel cremasco hanno dato la loro piena e immediata disponibilità per fare tutto quanto possibile per aiutare, e dove ci sono le strutture anche per accogliere, le famiglie di profughi in fuga dall’Ucraina” ha detto.

“Non solo, i nostri sindaci sono pronti ad attivare servizi di solidarietà e di aiuto per coordinare, con volontari e associazioni, raccolte di medicinali, viveri, vestiario, tutto quanto possa aiutare la popolazione ucraina”.

“Al popolo ucraino” continua il Coordinatore dei sindaci Lega del Cremasco e sindaco del Comune di Agnadello Stefano Samarati “va tutta la nostra convinta e piena solidarietà in queste ore drammatiche di guerra. Ribadiamo questi nostri sentimenti di vicinanza auspicando la fine di bombe e violenza, guardando ad un immediato futuro in cui la diplomazia ed il buonsenso si sostituiscono alle armi e si possa arrivare alla pace. Siamo pronti ad attivare tutte le iniziative necessarie per intervenire, nei limiti del possibile, con attività di supporto e sostegno concreto.

Siamo con il cuore, lo spirito e il pensiero in tutte le piazze spontanee di solidarietà che si sono manifestate sul nostro territorio ma, pur condividendo totalmente il messaggio di speranza che si vuole lanciare da queste piazze, proprio perché rispettiamo la trasparenza di questi moti siamo convinti che la politica debba stare un passo indietro ed evitare di snaturare o strumentalizzare piazze che sono nate senza partiti e devono vivere senza bandierine piantate.

La storia del mondo sta prendendo una piega purtroppo estremamente critica ed ognuno di noi dal profondo del cuore si augura che questa situazione possa risolversi nel miglior modo possibile, perché crediamo che le bombe e la violenza non siano mai uno strumento per dirimere i conflitti. Ma se la situazione dovesse precipitare siamo pronti a fare la nostra parte, come abbiamo fatto in questi anni di emergenza pandemica e come facciamo da sempre per vocazione”.

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