Bonaldi (Ali): "Regione ascolti
richieste privato sociale no profit"
Nel pomeriggio di martedì 15 febbraio nel Comune di San Donato Milanese la presidenza di Ali Lombardia – i sindaci Stefania Bonaldi (Crema), Andrea Checchi (S.Donato Milanese) e Sara Santagostino (Settimo Milanese) – ha incontrato il Presidente di Uneba Lombardia Luca Degani, insieme ad alcuni presidenti e delegati Provinciali (Franco Tirloni, Samuele Alghisi, don Roberto Rota, Mario Berticelli).
L’associazione di categoria del settore socio sanitario che raccoglie e rappresenta oltre 435 enti, impegnati prevalentemente sul fronte della filiera dei Servizi agli anziani (RSA, CDI, SAD, ADI), ma anche alla disabilità e ai minori, intendeva sensibilizzare i sindaci circa le difficoltà del comparto, già evidenziate da Uneba a livello nazionale, e portate all’attenzione dei vertici regionali della Dg Welfare: dalla necessità di una maggiore presa di coscienza del ruolo e del lavoro del privato sociale no profit da parte degli amministratori locali e della Regione, all’urgenza delle sfide del Pnrr, dalla carenza di figure professionali in ambito sanitario e socio sanitario all’aumento dei costi dell’energia.
Emersa la necessità di accordare agli enti gestori di servizi sociosanitari un riconoscimento del “caro bolletta” nella quota sanitaria, perché i costi dell’energia sono tali da rendere i bilanci delle strutture insostenibili e non si può immaginare che questi maggiori costi vengano ribaltati in toto sulle famiglie (e sugli Enti Locali che integrano le rette delle categorie più fragili).
A ciò collegata, la necessità che Regione Lombardia appronti soluzioni affinché le strutture possano vedersi riconosciuto integralmente il budget sanitario loro assegnato nel 2022, ancorché eventualmente non raggiunto per le particolari congiunture che ancora gravano sulla ripresa (pandemia e conseguente crisi sociale).
Accanto a questi interventi richiesti per “tamponare” la crisi economica e l’inflazione, Uneba ha voluto sensibilizzare i sindaci di ALI anche sul tema della grande difficoltà nel reperimento di operatori sanitari, socio sanitari e socio assistenziali, rappresentando anche le scelte “estreme” di strutture lombarde che hanno deciso di chiudere dei padiglioni, dunque ridurre i servizi ai cittadini, per carenza di personale qualificato. Le richieste alla Regione in tal senso vanno sia nella direzione di semplificare le complesse procedure di riconoscimento delle qualifiche professionali sanitarie conseguite in uno Stato dell’Unione Europea o in Stati terzi, sia la possibilità di un impiego temporaneamente anche in deroga.
“L’incontro è stato estremamente interessante ed istruttivo – commenta la Presidente di ALI Stefania Bonaldi – anche per aumentare la consapevolezza sul ruolo complementare e sussidiario nella assistenza socio sanitaria sul territorio resa da tantissimi enti del privato sociale no profit. Abbiamo colto pienamente l’invito a quest’opera di sensibilizzazione che faremo nostra, peraltro per un settore particolarmente toccato dalla pandemia, specie nella prima ondata che si è abbattuta come uno tsunami sulla nostra Regione, e per questo particolarmente, e spesso ingiustamente, stigmatizzato”.
“Abbiamo raccolto le istanze di Uneba e chiesto che ci vengano anche puntualmente trasmesse – aggiunge Andrea Checchi, vicepresidente ALI – e ci siamo impegnati anche a farcene carico rappresentandole nelle sedi appropriate, che ovviamente sono quelle regionali”.
“Questo peculiare momento storico, con la ricaduta sui territori delle risorse del PNRR, che puntano a rinforzare la medicina territoriale, è particolarmente propizio per fare sistema – aggiunge Sara Santagostino, sindaca del direttivo regionale ALI nonché presidente della conferenza dei sindaci ATS Milano – e soprattutto per ricostruire le politiche sociali e sanitarie intorno ai loro naturali destinatari: le persone, pertanto positiva la volontà di trovare comuni punti di intesa, pure nel rispetto dei diversi ruoli”.
ALI Lombardia si è pertanto resa disponibile a sensibilizzare i sindaci soci rispetto alle problematiche evidenziate da Uneba nonché a rappresentarne le istanze nelle occasioni di confronto con la Regione, specie in considerazione dei risvolti che l’accoglimento delle stesse hanno sulla vita e sui bilanci delle persone fragili e delle loro famiglie.