Finalpia, Bonaldi: "Ecco perché non
parteciperò alla commissione"
Dopo le bordate del Movimento 5 Stelle sul destino dell’ex colonia Finalpia divenuta hotel di lusso, arriva la risposta del sindaco, Stefania Bonaldi, che vuole dare la propria versione dei fatti. “Dalla lettura della rassegna del fine settimana apprendo che la lettera da me inviata alla Commissione di Garanzia, nella quale comunicavo la mia indisponibilità a partecipare alla seduta con la società Hyma, è stata fatta filtrare alla stampa.
E visto che qualche consigliere di opposizione si racconta, sapendo di mentire a sé stesso, che la mia assenza sarebbe “una fuga”, sono costretta a prendere parola pubblicamente.
In dieci anni di sindacatura la tentazione di scappare avrebbe potuto visitarmi solo per allontanarmi dalla banalità e dalla malafede di chi spaccia il proprio ruolo pubblico per una perenne caccia alle streghe, anche a costo di non percepire la convocazione di questa commissione per ciò che è: un grave atto di dilettantismo istituzionale.
Basterebbe leggersi i regolamenti e lo Statuto del Comune per coglierlo, ed è paradossale che chi si erge a paladino delle regole poi compia scivoloni del genere, invocando audizioni per le quali la Commissione non è minimamente titolata.
Spiace che anche politici esperti, come il Presidente Beretta, assecondino queste modalità primitive, tanto da farmi legittimamente domandare a quale gioco si stia giocando, per chi si stia parteggiando: se per la comunità o per un terzo; se si difenda una trattativa che metta in sicurezza il patrimonio di Finalpia o se, come credo, si voglia solo screditare il vecchio Cda e il nuovo. Mi chiedo quale “garanzia” voglia dare la Commissione e a chi, se alla comunità cremasca o piuttosto al privato.
Mi pare evidente che sfidare il CdA della Fondazione, unico titolato a rapportarsi ad Hyma, rappresenti uno scivolone che denuncia un grave analfabetismo istituzionale.
Comprendo il clima della campagna elettorale e la conseguente ricerca di visibilità da parte dei gruppi dell’opposizione, ma non possiamo accettare che queste operazioni di bottega si facciano calpestando l’interesse pubblico in modo così sfacciato.
Qualcosa di utile questo sgradevole episodio, comunque, lo contiene: ci ricorda perlomeno che Crema non si può permettere di tornare all’approssimazione e al medioevo politico, che in questi anni abbiamo cancellato”.